MARSCIANO – La comunità di Marsciano ha ricordato ieri, con un incontro in sala Aldo Capitini, la tragica vicenda dei giovani Ulisse, Armando e Giuseppe Ceci fucilati, questo stesso giorno del 1944, sulle mura del cimitero di Marsciano, dopo un sommario processo svoltosi presso la sala del Consiglio comunale per renitenza alla leva poiché non si erano presentati alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana.

Alla commemorazione erano presenti il Sindaco Alfio Todini, l’Assessore Valentina Bonomi, i rappresentanti della famiglia Ceci, dell’Associazione nazionale partigiani italiani di Marsciano, delle Forze dell’Ordine, insieme ad alcune classi dell’Istituto Omnicomprensivo Salvatorelli Moneta ed a numerosi cittadini.

Un incontro che, come ha spiegato l’Assessore Bonomi, quest’anno si è scelto di declinare al femminile, approfondendo proprio quello che è stato il ruolo delle donne nel sostenere la Resistenza sia sul territorio comunale che in tutta l’Umbria. Un ruolo fondamentale, di supporto e di raccordo per i partigiani, per lo più uomini, costretti a nascondersi, come aveva già spiegato in precedenza la dottoressa Giulia Cioci, ricercatrice in Storia della donna presso l’Istituto per la Storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), e poi raccontato in una serie di letture fatte dagli studenti delle classi 3A e 3C del Liceo scientifico, preparate in collaborazione con Luciana Strata, direttrice artistica dell’associazione culturale “Gli Scavalcamontagne”.

“La storia dei fratelli Ceci – ha poi sottolineato il Sindaco Todini– è emblematica di quanto male possa fare ogni forma di violenza e di compressione dei diritti di libertà. E dare significato a una giornata come questa vuol dire attualizzarne la memoria traendo un insegnamento che ci permetta di contrastare, oggi, ogni forma di intolleranza e di razzismo, terreni sui quali sempre più facilmente attecchisce la violenza”. “Una riflessione – ha aggiunto il primo cittadino - che anche la nostra comunità è chiamata a compiere, oggi più che mai, perché non possiamo permetterci il rischio che le nostre paure, spesso acuite dalla crisi economica, si scarichino su chi si rivolge a noi per chiedere aiuto fuggendo dalla guerra e dalla fame. C'è, su questo, una battaglia culturale da fare, al di fuori da ogni forma di ipocrisia, per riaffermare la solidarietà e l’accoglienza, valori sui quali, anche partendo da una tragica vicenda come quella dei fratelli Ceci, abbiamo costruito e dobbiamo continuare a costruire un percorso di convivenza pacifica, rispettoso della diversità e contro ogni violenza”. 

Al termine dell’incontro la commemorazione è proseguita con un momento di raccoglimento e la deposizione di una corona di alloro davanti al monumento ai Fratelli Ceci posto in largo Garibaldi, sul luogo dove avvenne la loro fucilazione presso il Cimitero di Marsciano e, infine, nel cimitero di Mercatello dove i tre giovani hanno trovato sepoltura.

 

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