Elio Clero Bertoldi

 

PERUGIA - Era ricercato dall'Italia e dalla Colombia, che lo considerava il latitante più pericoloso del paese. Lo hanno arrestato a Bogotà, dove si muoveva con documenti falsi. E' finita la lunga latitanza di Roberto "Bebè" Pannunzi, 67 anni, soprannominato "il Pablo Escobar dell'Italia", un boss delle 'ndrine calabresi.

 

Pannunzi era finito una quindicina di anni fa nel mirino della magistratura umbra (pubblico ministero Antonella Duchini, investigazioni del Ros dell'Umbria) nel quadro dell'Operazione Windsheare. Insieme a cinque insospettabili perugini e con il contributo della mafia palermitana e della 'ndrangheta jonica, il gruppo faceva arrivare all'aeroporto di Sant'Egidio a bordo di aerei cocaina purissima, acquistata direttamente dai cartelli dei narcotrafficanti di Medellin.

Pannunzi è stato arrestato in un centro commerciale. Ha provato a presentare una carta di identità venezuelana intestata a un fantomatico Silvano Martino. Gli investigatori sud-americani, chiaramente, non hanno abboccato.

 

In Italia Pannunzi era evaso dal carcere per ben due volte. Sempre con la stessa tecnica: otteneva gli arresti domiciliari per motivi di salute in una clinica, sempre a Roma e da lì, si allontanava insalutato ospite. Raccontano che quando venne arrestato per la prima volta nel 1994, a Medellin, avesse offerto ai poliziotti che gli stavano infilando le manette ai polsi un milione di dollari se lo avessero lasciato andare.

 

L'Interpol sostiene che attualmente Pannunzi e i suoi fossero in grado di far arrivare in Europa qualcosa come due tonnellate di "neve" al mese. La droga non viaggerebbe più sugli aerei ma sui motoscafi: dalla Colombia fino in Venezuela o in Ecuador e poi all'interno di container in Spagna e in Italia.

 

Forse fu proprio Pannunzi, grazie alle sue conoscenze, a mettere direttamente in contatto i cinque perugini con i boss dei cartelli di Medellin: così i perugini andarono direttamente in Colombia scendendo con l'aereo all'aeroporto di Medellin e da lì nella villa fortificata di un "narcotraficante" con il quale furono presi accordi faccia a faccia.

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