ASSISI - A ridosso dell’approvazione da parte della Giunta Comunale di Assisi del regolamento che dispone l’introduzione dell’imposta di soggiorno dal 1° gennaio 2018, e in attesa del passaggio  del provvedimento in consiglio comunale, in programma il 28 settembre, Confcommercio Assisi “tuona” più forte che mai contro una scelta che ha sempre considerato dannosa per le sorti del turismo locale e tanto più inaccettabile nel momento attuale, in cui il settore sconta ancora pesantemente le conseguenze dell’effetto terremoto. Lo sforzo chiesto a più riprese e in diverse occasioni al Comune, era quello di rinviare tutto al 2019.

“Già prima di partecipare al confronto sul regolamento, e anche in quella occasione,  spiega il presidente Confcommercio Assisi Sebastiano Vincenzo Di Santi – come Confcommercio, e in accordo con Federalberghi, avevamo ribadito la nostra posizione di netta contrarietà all’introduzione dell’imposta di soggiorno, e l’abbiamo fatto “dati alla mano”: nel periodo gennaio - maggio 2017, il comprensorio di Assisi ha infatti  perso il 27,23% degli arrivi e il 26,85% delle presenze, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad Assisi, inoltre, il turismo è in gran parte organizzato, e quindi molto disincentivato anche da piccolissimi aumenti di spesa. Senza contare che le distanze minime da località a località e l’applicazione a macchia di leopardo, inducono a pernottare laddove l’imposta di soggiorno non c’è, visto e considerato, tra l’altro, che abbiamo già la presenza del check point.

Nessun equivoco, dunque – prosegue Di Santi - sulla nostra posizione. Il Comune è stato sordo sotto questo aspetto, e  questo è aggravato dal fatto che anche il confronto sul regolamento è stato gestito in modo  per noi inadeguato. Già in occasione del primo incontro abbiamo sì e no avuto il tempo di documentarci  sulla bozza in discussione, che ci è stata inviata poche ore prima, e su nostra richiesta. In quella occasione abbiamo fatto richieste precise, come crediamo legittimo, dato che alla fine la tassa di soggiorno scarica tutti i suoi effetti sulle imprese ricettive e sui turisti: tra queste, misure contro l’abusivismo nel comparto turistico. Ci aspettavamo inoltre un piano dettagliato di investimento circa l’utilizzo delle risorse derivanti dalla imposta, che avrebbe consentito una  partecipazione reale sulla destinazione di queste somme, che comunque debbono essere reinvestite per lo sviluppo del settore turistico.  Ma sui contenuti definitivi del regolamento che è  stato portato in Giunta non abbiamo ricevuto nessun aggiornamento prima dell’approvazione: quindi oggi ci troviamo di fronte a cose fatte e decisioni prese. Non è questo il modo in cui, secondo noi, deve funzionare la partecipazione per non essere solo un rituale, la consultazione per non essere solo apparente. Confcommercio, su questo tema prioritario come su altri che riguardano le imprese e l’economia della città, non intende fare la parte del “figurante” a cui solo in apparenza viene data la possibilità di un confronto reale  e di incidere su temi strategici”.

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