PERUGIA - Una giornata di mobilitazione per trattare del Jobs Act, del lavoro e delle sue ricadute a livello nazionale e quindi sul territorio. La Cisl Umbria, aderendo all’iniziativa nazionale “100 piazze per il lavoro”, ha dedicato la mattinata di sabato, 18 ottobre, ad un confronto con i delegati e i cittadini presso la Cassa Edile di Perugia per approfondire la proposta di legge e confrontarla con le reali priorità dei lavoratori.

I lavori, presieduti dal segretario organizzativo Cisl Umbria Francesca Rossi e dal segretario generale regionale Fnp Cisl Umbria Giorgio Menghini, sono stati introdotti dall’intervento del segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra.

La Cisl Umbria fa proprie le proposte della Confederazione Nazionale:

Aumento dell’occupazione
Riduzione della precarietà
Ampliamento delle tutele
Riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e pensionati
Lotta all’evasione fiscale
Lotta alla corruzione e agli sprechi a livello locale e nazionale
Investimenti, politiche industriali , energetiche ed infrastrutturali per creare occupazione
Revisione delle norme di pensionamento secondo il principio della flessibilità

 

Ritiene nel contempo necessario che vengano avviate strategie concrete mirate a determinare una reale scossa all’economia del paese tale da riavviare la crescita economica attraverso un processo virtuoso che non può prescindere che da una forte riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese, il rilancio degli investimenti pubblici e privati, una nuova politica industriale ed energetica.

Con la consapevolezza che il lavoro non si crea per decreto, la CISL dell’Umbria sollecita il governo a misurarsi con serie politiche economiche che facciano ripartire il circolo virtuoso che genera lavoro, attraverso un rilancio dei consumi che passa inevitabilmente attraverso l’alleggerimento del peso fiscale sui lavoratori e i pensionati.

Ritiene urgentissimo un intervento sostanziale sulle norme del mercato del lavoro mirato ad eliminare il lavoro precario e tutte le forme contrattuali che generano precarietà ed abusi, a partire dalle forme di lavoro autonomo utilizzate per mascherare rapporti di lavoro subordinato (associazione in partecipazione, false partite IVA) , co.co.co e co.co.pro.

Al riguardo la Cisl accoglie positivamente la proposta di un effettivo snellimento delle forme contrattuali oggi esistenti e l’introduzione del contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, a patto che sia introdotto con lo spirito di superare le tante forme attuali di precarietà

Tale tipologia contrattuale è quindi secondo la CISL dell’Umbria da considerare sperimentale ed applicabile per un periodo limitato e ben individuato, all’interno del quale solo per la sua durata temporale può trovare applicazione la modulazione proposta di variazione dell’art.18 della L.300/70 (salvo i licenziamenti illegittimi per motivi discriminatori e disciplinare), a condizione che ci sia un adeguato percorso di ricollocamento per coloro che perdono il lavoro.

La Cisl dell’Umbria ritiene necessario che il Governo adotti chiare misure miranti a riorganizzare nel merito l’attuale sistema di ammortizzatori sociali, affinché diventi un sistema di tutela universalistico, che garantisca l’estensione dell’attuale sistema di CIGO e CIGS ai lavoratori di tutte le aziende e di tutti i settori.

Per questo la riforma deve necessariamente prevedere l’estensione della contribuzione a carico di tutte le imprese, senza alcun limite, oltre ad una valorizzazione dei  Fondi Bilaterali di Solidarietà che devono diventare una gamba essenziale del sistema di tutele sociali. In questo senso va ribadita la necessità del mantenimento della CIGD fino alla realizzazione della riforma, oltre alla rivisitazione in termini non restrittivi dell’ASPI, che va consolidato rispetto all’attuale, sia per la durata (24 mesi) che per la platea di riferimento.

In questa logica va inquadrato un altro pilastro essenziale del sistema di sostegno all’occupazione, quello che riguarda le politiche attive del lavoro. E’ pertanto condivisibile la proposta di un’Agenzia Nazionale per l’Occupazione che abbia però un ruolo effettivo di omogeneizzazione e coordinamento delle politiche del lavoro, che siano fruibili in egual misura in tutte le aree del paese.

Nel merito la CISL dell’Umbria ritiene essenziale che in questo ambito si instauri una reale sussidiarietà tra pubblico e privato, oltre ad una reale e fattiva partecipazione delle parti sociali.

SITUAZIONE DELL’UMBRIA

La CISL dell’Umbria esprime forte preoccupazione per la difficile situazione economica della regione Umbria che accentua in maniera vigorosa le già conclamate disuguaglianze sociali presenti in regione a causa del perdurare di una crisi epocale che sta mettendo in ginocchio l’intero territorio ed a rischio la coesione sociale.

La massima espressione di questa situazione sta nella vertenza della AST di Terni ed in quella della ex Antonio Merloni (oggi J&P Industries) di Nocera Umbra, che insieme alla vertenza del polo chimico di Terni e di quella di dimensioni enormi del settore dell’edilizia regionale, oltre alle tante altre di medie e piccole dimensioni dei più svariati settori, rappresentano un livello di messa a rischio e perdita di posti di lavoro impressionante.

Anche in Umbria, per la Cisl, occorre pertanto rivedere il modello di sviluppo economico, mettendo al centro il rilancio del lavoro produttivo, passando necessariamente attraverso scelte politiche istituzionali coraggiose, per garantire un degno futuro economico e sociale alla popolazione regionale, la creazione di posti di lavoro per i giovani, una serie lotta agli sprechi e agli odiosi privilegi di cui il sistema umbro è infarcito.

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