PERUGIA - “I principi alla base della proposta di modifica della legge regionale sull’edilizia popolare, esposti ieri, 3 febbraio, dal gruppo consiliare della Lega in Regione Umbria non rispondono alle vere esigenze della popolazione”. Ad affermarlo in una nota è la segreteria regionale della Cgil dell’Umbria, insieme al sindacato degli inquilini Sunia. 

“In attesa di conoscere i 20 articoli del testo annunciati - continuano Cgil e Sunia - ricordiamo che qualsiasi legge non può violare il principio costituzionale di uguaglianza, pertanto, inserire criteri arbitrari e discriminanti condurrebbe inevitabilmente ad un impugnazione della norma, così come avvenuto anche in altre regioni italiane”.

Cgil e Sunia richiamano invece l’attenzione sui veri problemi che affliggono l’Umbria: “In primo luogo - sottolineano - la scarsità di alloggi pubblici, causata da un disimpegno negli investimenti in edilizia residenziale da parte degli enti e dal mancato recupero degli immobili esistenti e attualmente inutilizzati. E poi, un sistema di calcolo dei canoni che, come già denunciato dai sindacati degli inquilini, rischia di penalizzare fortemente le fasce più deboli tra gli assegnatari”. 

“Crediamo che il tema della casa vada affrontato con la necessaria serietà, evitando proposte demagogiche (come l’assegnazione di quote riservate ad appartenenti alle forze dell’ordine) - concludono Cgil e Sunia - e ci aspettiamo pertanto un confronto nel quale poter esporre, insieme a Cisl e Uil, le nostre proposte, contenute in una piattaforma sulla 'vertenza casa' in Umbria che sarà oggetto nelle prossime settimane di assemblee e iniziative sul territorio”.  

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