La profondità dello scontro in atto nel paese tra le forze del lavoro e il blocco di potere neoliberista sta entrando in questi giorni in una nuova fase. La controriforma del lavoro promossa dal Governo Renzi con il nuovo Job Act, l’ulteriore stagione di tagli alla spesa pubblica e le conseguenze che si determineranno in settori essenziali, quali la sanità ed i trasporti, l’accentuarsi dell’impianto verticista ed autoritario del processo di riforma costituzionale ed elettorale, rappresentano un attacco frontale alla democrazia di portata tale da determinare una ripresa generale della mobilitazione sociale, premessa insostituibile per la ricostruzione anche sul piano politico di un campo unitario delle forze antiliberiste e anticapitaliste, che può e deve avere nell'esperienza dei comitati dell'Altra Europa il proprio orizzonte.

Le iniziative di lotta indette dalle forze sindacali in questi giorni contro il Governo Renzi sono il segno di una nuova consapevolezza rispetto al ruolo attivo svolto dal Partito Democratico nella compromissione dei più fondamentali principi di uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale, che pone tale forza politica, al pari delle forze centriste e conservatrici, tra gli avversari di classe dei lavoratori.

La stessa vertenza AST, segnata sempre più dall’inaudita gravità delle provocazioni e delle misure autoritarie messe in atto da Thyssen-Krupp, del tutto incontrastate da parte degli esecutori politici locali e nazionali, manifesta in pieno la debolezza e l’inadeguatezza del profilo finora tenuto dal Governo rispetto alla violenza ed all’unilateralismo esercitati dalla multinazionale nell’esecuzione del proprio piano di liquidazione della siderurgia ternana.

Il Comitato Politico Federale di Terni, nel ribadire il suo sostegno ai lavoratori in lotta e alle organizzazioni sindacali, impegnanti in un gravoso sciopero ad oltranza, ritiene ormai indispensabile l’individuazione di una proposta politica all’altezza dell’obiettivo, indiscutibile ed intangibile, della salvaguardia del ciclo integrato di produzioni di AST, della tutela dei livelli occupazionali diretti ed indiretti, dell’ecosostenibilità delle attività industriali, della bonifica del territorio della conca ternana.

Al contrario del Governo e degli enti locali, Thyssen-Krupp dimostra ogni giorno di più di avere ben chiari i suoi obiettivi economico-industriali per AST; pensare che sia ancora possibile una qualche forma di mediazione, finora priva del minimo riscontro o effetto sulla condotta della multinazionale, è del tutto insostenibile industrialmente e socialmente, come già evidenziato dalle rappresentanze dei lavoratori.

Per questo è ormai indispensabile, per scongiurare l’attuazione dello scellerato piano industriale di Thyssen-Krupp, porre direttamente la questione della proprietà di AST da parte di tale multinazionale, riacquisendo alla collettività il controllo e la disponibilità di un impianto strategico per l’economia del Paese ed insostituibile per gli equilibri socio-produttivi del nostro territorio.

Ribadiamo pertanto la proposta della ripubblicizzazione quale fondamentale conseguenza da trarre dall’evidente incompatibilità degli interessi di Thyssen-Krupp con la necessità del rilancio del ruolo economico e sociale di AST. Né i trattati europei, né la legislazione nazionale in materia di proprietà impediscono, per la tutela della sicurezza, della libertà e della dignità umana, di operare una nazionalizzazione di impianti di proprietà privata, quando ciò si configura come un intervento determinato dal conflitto dell’iniziativa economica privata con l’interesse collettivo e l’utilità sociale. Al contrario, l’ostracismo manifestato a più riprese dal Partito Democratico nei confronti di ogni forma di intervento pubblico sulla proprietà di AST è un atto di grave irresponsabilità verso la città ed i lavoratori, il quale, nel perpetuare la falsa convinzione dell’impossibilità di un intervento diretto del Governo per l’acquisizione degli impianti, rischia di portare ad una rovinosa sconfitta della mobilitazione ed alla piena attuazione del piano Thyssen-Krupp.

Di fronte alla debolezza e alla malafede del governo nazionale e delle istituzioni locali rispetto alla condotta da assumere, il CPF di Terni lancia un appello alle forze del lavoro in lotta, alle organizzazioni sindacali, ai movimenti e alle organizzazioni che si riconoscono nella necessità di liberare l’AST da Thyssen-Krupp, affinché dalla mobilitazione avanzi la richiesta di un intervento diretto da parte del Governo volto all’acquisizione degli stabilimenti, quale premessa indispensabile ai fini della salvaguardia del lavoro e delle produzioni della siderurgia ternana.

Sulla base di tale piattaforma politica il CPF di Terni conferma infine l'impegno già assunto a partecipare allo sciopero dell’USB del 24 ottobre e alla manifestazione proclamata dalla CGIL il prossimo 25 ottobre.

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