TERNI - Terni e provincia si fermano per stringersi attorno alle acciaierie. Uno sciopero generale cui hanno aderito pressoche' tutte le categorie e molte istituzioni per chiedere al governo di adoperarsi per salvaguardare lo stabilimento ternano. E' una storia lunga 130 anni quella che lega le acciaierie alla citta' umbra e che si trova ora a vivere un passaggio cruciale per se' e per tutta la siderurgia italiana. A 20 anni dall'acquisizione da parte di ThyssenKrupp, con il gruppo tedesco si e' aperta una vertenza difficile, che ha visto l'azienda presentare un piano che prevede 537 esuberi e una riduzione complessiva dei costi per circa 100 milioni l'anno, bocciato seccamente dai sindacati e dalle istituzioni locali.

La situazione odierna ha origine il 31 gennaio 2012 quando la finlandese Outokumpu acquista Inoxum, la divisione dell'acciaio inossidabile di ThyssenKrupp, con la prescrizione pero', da parte dell'Antitrust europea, di cedere gli stabilimenti italiani. A Terni si apre un lungo periodo di incertezza con diversi scioperi carichi di tensione. In questo clima, il 5 giugno 2013, avviene l'episodio del ferimento del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, colpito mentre si frappone tra i lavoratori, che vorrebbero occupare la stazione ferroviaria, e le forze dell'ordine. Nel novembre successivo, a sorpresa, ThyssenKrupp annuncia la riacquisizione dell'Ast, ufficializzata in sede europea il 12 febbraio di quest'anno. Pochi giorni dopo, 10 marzo, il presidente del Senato Pietro Grasso e' a Terni per festeggiare i 130 anni delle acciaierie.

Il 3 luglio arriva il fulmine a ciel sereno: l'ad di Ast Marco Pucci si dimette e lascia il posto a Lucia Morselli, che il 17 dello stesso mese presenta il piano con la previsione di risparmi per 100 milioni annui e una riduzione di oltre 500 unita' produttive. La tensione si alza e il 31 luglio i lavoratori bloccano l'autostrada A1 a Orte. Con la mediazione del governo, il piano viene sospeso fino al 4 settembre scorso. Dopo 15 ore di confronto al Mise, c'e' un nuovo rinvio al 4 ottobre per tentare di raggiungere un accordo tra azienda e sindacati. Dopo un mese e lunghe nottate insonni, con il ministro Federica Guidi e il sottosegretario Graziano Delrio nelle vesti di mediatori, la trattativa salta definitivamente e cosi' l'azienda avvia la procedura di mobilita' per 537 lavoratori. Giovedi' 9 scatta uno sciopero con presidio dei cancelli e manifestazioni a raffica in citta'. Ieri l'ultimo confronto a Palazzo Chigi tra istituzioni locali e governo, concluso con la condanna alla gestione unilaterale della vertenza da parte dell'azienda e la richiesta di un nuovo negoziato.
 

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