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Come è consuetudine anche il neo-docente Fausto Bertinotti, ha aperto il suo ciclo di lezioni sulla Costituzione Repubblicana con un ritardo accademico di quindici minuti. Un ritardo, però, determinato dai saluti di rito a cui si è dovuto sottoporre. In un'Aula 3, della facoltà di giurisprudenza, gremita, l'ex presidente della Camera, ha ricevuto un lungo applauso dagli studenti, a cui si è rivolto commosso: "Siete chiamati a fare da cavia a questo professore settantenne. Per questo vi ringrazio di cuore". Bertinotti poi è passato direttamente al cuore del ciclo delle sue lezioni: "Dovete leggere la Costituzione Repubblicana - spiega l'ex leader del Prc - come la storia di una persona che cresce, interagisce, affronta problemi e cerca soluzioni. Il nostro e vostro studio deve essere all'insegna di un tragitto storico, laddove nasce la Carta. Dobbiamo arrivare a capire cosa è morto, cosa è attuale e cosa invece è da riformare della Costituzione". °°°°°°°°°°°° Secondo lancio con aggiornamento L'ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, debuttante oggi pomeriggio a Perugia come professore universitario alla facoltà di giurisprudenza, ha considerato la Costituzione Repubblicana Italiana "come uno dei punti più alti della storia costituzionale di tutto il mondo; perché è un testo aperto sul futuro e sulle esigenze degli uomini". Per il neo-docente Fausto Bertinotti è la globalizzazione il vero ed unico potenziale killer della Costituzione Repubblicana. E' colpita - spiega Bertinotti riferendosi alla Carta - da un processo di modernizzazione che sta portando ad una regressione nei rapporti sociali e nei fenomeni che producono lavoro. La globalizzazione attenta alla carta costituzionale per cercare di sostituirla con una di tipo materiale e non ideologizzata". L'ex leader di Rifondazione Comunista spiega alla platea degli studenti della facoltà di giurisprudenza che "la Costituzione è incompatibile con l'organizzazione della globalizzazione. Sarebbe bene per l'Italia, ma per l'umanità in genere, che cambiasse strada la globalizzazione e non certamente la carta dei padri costituenti". Condividi