di Bella Barbara Margiotta Questo pomeriggio la senatrice Daria Bonfietti - presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica - ha tenuto una lezione agli studenti della Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia. La senatrice ha reso partecipi gli studenti delle mille difficoltà incontrate da lei e dall'associazione che presiede nella loro opera di pressione sulle istituzioni politiche e sulla magistratura perché proseguissero le indagini sulla strage. Indagini che, ha denunciato, sono state ben poco incisive almeno fino al 1990, quando vennero assegnate al giudice istruttore Rosario Priore (il terzo a seguire il caso), che comunque non poté fare niente di più che giungere nel 1999 alla conclusione che la notte del 27 giugno del 1980 non era avvenuto un incidente né un cedimento strutturale del DC9 dell'Itavia, ma "un'azione militare di guerra di fatto, non dichiarata". La senatrice ha imputato la colpa del lungo impantanamento delle indagini all'omertà dei vertici dell'Aeronautica militare, che "rifiutarono la propria collaborazione alla magistratura sostenendo la tesi del cedimento strutturale". Ma "ancor più grave fu l'ignavia dell'intera classe politica italiana, che minimizzò l'accaduto e non agì perché le indagini andassero più a fondo, premendo perché i militari collaborassero": è in questo che consiste la "responsabilità politica della strage, ancor più grave della colpa personale degli effettivi responsabili del crollo dell'aereo e di chi ha occultato informazioni che sarebbero state fondamentali per le indagini". La senatrice si è detta convinta che la verità sul ruolo del mondo politico nel caso Ustica "sarà costruita nel tempo, grazie anche alla pressione dei cittadini sul Governo che hanno portato il procedimento ad una prossima riapertura". Condividi