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Leandro Comacchio, un leader della Lega Nord, è fuori da un supermercato della periferia di Padova e sta raccogliendo le firme per un referendum con il quale si chiede di fermare la costruzione di una moschea. Dice che la campagna non è diretta contro i musulmani, ma è piuttosto una protesta contro la “permissiva” giunta di centro-sinistra accusata di regalare uno spazio di pertinenza del comune per edificare una moschea di 210 mq. Contesta alla giunta di tollerare un’immigrazione incontrollata che, a sua volta, aggrava la microcriminalità, il declino urbano e lo spaccio di droga. L’immigrazione e l’aumento del crimine percepito sono diventati argomenti chiave nella città un tempo nota per la sua antica università e per le eleganti piazze, tanto che i simpatizzanti della Lega Nord hanno dato vita a gruppi di vigilantes. “Abbiamo formato pattuglie di cittadini insieme alle associazioni di residenti” spiega Comacchio. “Gruppi di minimo quattro persone, ma spesso fino a dieci, tutti con giubbetti fosforescenti con il Leone di San Marco, simbolo della regione Veneto”. A Comacchio il termine vigilantes non piace, preferisce “cittadini preoccupati” che chiamano la polizia quando necessario. I musulmani che si ritrovano nella moschea provvisoria ospitata in un supermercato abbandonato all’altro lato della città si sentono sotto assedio. La moschea, che dovrà chiudere entro il prossimo mese perchè il proprietario reclama l’area, sorge poco lontano da Via Anelli, uno scalcinato complesso abitativo per immigrati, attorno al quale le autorità hanno innalzato due anni fa una recinzione metallica - il muro di Padova - nel tentativo di contenere il traffico di droga e la prostituzione. Maher Selmi, uno studente marocchino portavoce della moschea, sostiene che lo spostamento a destra dell’Italia ha portato con sé un pregiudizio preoccupante nei confronti degli stranieri. Le elezioni politiche del mese scorso sono state vinte a mani basse da una coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi che includeva la separatista Lega Nord e la “post-fascista” Alleanza Nazionale. Questa settimana Gianni Alemanno, sempre di Alleanza Nazionale, è stato eletto sindaco di Roma. “Non cerchiamo lo scontro” ha spiegato Selmi, “ma il dialogo con tutte le parti per trovare un terreno comune”. La Lega guidata da Umberto Bossi, uno che una volta ha detto che la Marina avrebbe dovuto sparare addosso a chi sbarcava sulle coste italiane, ha raddoppiato i suoi voti a livello nazionale attestandosi oltre l’8%. A Padova, dove questa settimana ci sono state polemiche in seguito alla decisione di sospendere un insegnante che aveva chiesto a studentesse musulmane di togliersi il velo, la Lega ha triplicato i suoi voti, passando dal 5 al 15 per cento, afferma il consigliere leghista Mariella Mazzetto. L’anno scorso la Mazzetto ha portato un maiale alla cascina abbandonata dove dovrà essere costruita la moschea, accanto ad un campo nomadi. Il maiale è un animale impuro per i musulmani, ma la Mazzetto nega che lei o la Lega siano razzisti o xenofobi. “Con il maiale ho voluto fare un gesto di provocazione per aprire un dibattito” ha spiegato “la Lega si è rafforzata perchè è attenta alle preoccupazioni della gente normale”. I promotori della campagna devono raccogliere 5.000 firme per chiedere il referendum; ad oggi, ne hanno messe insieme più di 1.600. Flavio Zanonato, il sindaco di centro-sinistra, si è detto convinto che i Padovani sosterranno la realizzazione della moschea da 860.000 euro (670.000 sterline); a sua volta la comunità musulmana contribuirà pagando l’affitto al comune. Maurizio Conte, un leader leghista del Veneto, ha affermato che la moschea attirerà “criminali e fondamentalisti incontrollabili”. Articolo di Richard Owen Condividi