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TERNI - E' una crisi “diffusa e pervasiva” quella che ha aggredito la provincia di Terni così come l'Umbria e il resto del Paese. Ed è una crisi che soltanto ora sta entrando nella sua fase più pericolosa. Ne è convinta la Cgil che stamattina ha tenuto presso il Centro Multimediale il suo attivo provinciale alla presenza di oltre 150 lavoratrici, lavoratori e dirigenti sindacali in vista dello sciopero generale proclamato per il prossimo 12 dicembre. Il dibattito, aperto dalla relazione della segretaria generale provinciale Lucia Rossi, è stato concluso dopo numerosi interventi di sindacalisti e delegati, da Susanna Camusso, segretaria nazionale Cgil. “Ormai – ha avvertito Lucia Rossi nel suo intervento - sono quasi finite le ferie forzate con le quali le aziende ternane hanno finora risposto al calo di produzione dovuto alla crisi. Il prossimo passo è rappresentato dalla cassa integrazione e dalla mobilità per i lavoratori che possono usufruirne, mentre per gli altri, ad esempio per migliaia di addetti del commercio e dei servizi, si apre una voragine nella quale moltissimi rischiano di sprofondare”. I numeri emersi dal dibattito della Cgil sono infatti numeri pesanti. Nel solo settore metalmeccanico sono già più di 1.500 le richieste di cassa integrazione e il numero è destinato a crescere rapidamente. Stesso discorso vale per le aziende del polo chimico, in cui la cassa integrazione è già aperta per oltre 500 lavoratori e dove si è registrato un incremento dell'utilizzo delle ferie di circa il 50% rispetto allo scorso anno. In edilizia, invece, il problema fondamentale sta nella mancata erogazione del credito da parte delle banche, che rappresenta un ostacolo insormontabile per la maggior parte delle imprese, specie se di piccole dimensioni. Questo vale anche per altri settori produttivi, compreso quello dei servizi e della cooperazione sociale, le cui sofferenze si riflettono inevitabilmente sulla qualità del welfare locale. E' anche vero – come ha sottolineato Lucia Rossi – che esistono situazioni molto differenti tra le varie realtà produttive del territorio. “Quelle che in passato hanno investito in maniera lungimirante, come ad esempio l'Ast – ha detto la segretaria - oggi possono difendersi dalla crisi in maniera più efficace, mentre molte altre realtà si ritrovano con l'acqua al collo”. In ogni caso, è in un quadro “estremamente preoccupante” che la Cgil si prepara allo sciopero generale del 12 dicembre, uno sciopero che vuole essere prima di tutto – come ha spiegato Susanna Camusso nelle sue conclusioni - uno strumento per spingere il Governo a mettere in campo “interventi realmente incisivi” a difesa di lavoratori e pensionati. “L'idea berlusconiana che basti consumare per superare la crisi farebbe sorridere se la situazione non fosse così drammatica – ha detto la segretaria nazionale – il problema invece è che mentre gli altri Paesi mettono in campo interventi di grande rilievo il nostro Governo si dimostra assolutamente inadeguato di fronte all'emergenza. Per questo il 12 dicembre saremo in piazza a chiedere che si cambi decisamente direzione”. Condividi