di Francesco Piobbichi

Andrea Colombo è un giornalista che durante la scissione di Rifondazione sosteneva apertamente  Vendola, era uno di quelli che più di altri, almeno per quel che ricordo, ha caldeggiato la scissione nel PRC dopo la vittoria di Ferrero al congresso. Non voglio rivangare il passato, specialmente una fase congressuale molto dura, ma lo dico come premessa perchè  Andrea Colombo non è un giornalista qualsiasi, ma è uno che il gruppo dirigente di SEL lo conosce molto bene e se scrive quello che scrive oggi lo fa, almeno dal suo punto di vista, a ragion veduta. Veniamo ai fatti: questa mattina sul sito "glialtrionline.it", Colombo scrive un articolo di quelli che faranno discutere a lungo perchè annuncia che SEL sarà annessa nel PD. Non dice come e quando, ma afferma che la strada che ha intrapreso Vendola andrà in quella direzione. Secondo quello che scrive Colombo molto dipenderà dalla legge elettorale e seguendo il suo ragionamento l'annessione al il PD sembra cosa probabile.
Come molti immaginano a seguito dell'articolo non sono mancati i commenti favorevoli o contrari al ragionamento di Colombo, una sua risposta però ad un suo commentatore critico ci ha particolarmente colpito, almeno per la franchezza.

Andrea Colombo: Gianfranco, mettiamo da parte i formalismi e andiamo alla sostanza. Se la legge elettorale sarà proporzionale con sbarramento e assegnerà il premio di maggioranza al primo partito Sel dovrà formare una lista comune col Pd, e su questo non ci piove. A quel punto si potrà dire che entrare in un listone non significa entrare nel partito ecc. ma sono chiacchiere e chi non lo sa è perché non vuole saperlo.
Le primarie di coalizione, in una coalizione ridotta a due partiti se non a un unico listone, possono significare una cosa sola: contarsi in vista di una imminente unificazione.
Sia chiaro, i compagni di Sel non pensano affatto a una resa. Pensano che grazie all’asse con Bersani sposteranno il Pd a sinistra, bilanceranno e metteranno in minoranza le forze ieri blairiane oggi montiane (i soliti gemelli-coltelli max and walter), spingeranno i democristiani fuori dal Pd e alla fine avranno realizzato l’obiettivo che si erano dati dal 2008: dar vita a una forza di sinistra nuova, unitaria, né identitaria né soggiogata dal liberismo. Una forza che, nei loro miraggi, somiglia come una goccia d’acua a un Pci del terzo millennio. Progetto che, secondo me, è non solo votato a certa sconfitta ma soprattutto, se anche riuscisse, sarebbe non un sogno ma un incubo.
Del resto, se non fosse questa la posta in gioco, perché Vendola avrebbe creato una simile spaccatura con la Fiom, con l’IdV, che oggi piaccia o non piaccia è un partito di sinistra nella pratica se non nelle dichiarazioni identitarie, e con la sua stessa base? Per puro e insensato autolesionismo?

Fonte: controlacrisi.org
 

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