Il bilancio è la “pancia” della politica, cioè è il momento nel quale la politica diventa concreta, maledettamente concreta. Dove le idee, le proposte, le promesse, i programmi si concretizzano e dove si realizzano anche le relative volontà politiche. Insomma quando si parla di bilancio si parla di soldi o meglio di risorse da investire in quella o in quell’altra direzione, rispettando o invertendo priorità e prerogative. Eh sì, il bilancio è proprio una cosa pesante. Così è stato anche per il bilancio 2011 della Regione dell’Umbria, una cosa da 2 miliardi 828 milioni 191 mila euro, suddivisi fra 14 funzioni obiettivo: la sanità è la più dotata , con 1 miliardo 784 milioni 779 mila euro, ultima la cultura, istruzione e attività ricreative con appena 46 milioni 883 mila euro.

La maggioranza ha detto che nonostante la crisi e i tagli del Governo la manovra sostiene l’economia regionale senza intaccare i livelli di welfare e senza innalzare la pressione fiscale. L’opposizione dice invece che il bilancio 2011 è una manovra senza coraggio. Come se non bastasse è accaduto che al momento della votazione di un emendamento presentato da IDV e PRC sul collegato alla finanziaria, riguardante la importante questione del ciclo dei rifiuti, ovvero la realizzazione di un inceneritore nel territorio di Perugia, da prevedere nel rispettivo piano regionale, di fronte all’opposizione del resto della maggioranza, i rappresentanti dei due partiti per protesta si sono allontanati dall’aula, non partecipando quindi al voto che ha di fatto respinto l’emendamento.

Eppure come sostengono i due partiti alleati del PD nella coalizione, c’era un impegno ben chiaro e sottoscritto all’interno del DAP, il documento di programmazione che vincolava la realizzazione di un inceneritore all’andamento di una raccolta differenziata potenziata e ampliata. Ma c’è stato chi all’interno della maggioranza per calcolo, per intesa o per irresponsabilità ha voluto dar fuoco alle polveri di uno scontro interno dai non ben chiari obiettivi. Anzi, gli obiettivi potrebbero essere anche chiari, nonostante un certo stupore da parte nostra e da parte anche degli elettori che hanno sostenuto l’alleanza che governa questa regione, cioè quello di sovvertire gli equilibri che la determinano. Perché chi dovrebbe lavorare per rafforzare la maggioranza di governo e consentire una piena attuazione del programma cerca invece di mettere i bastoni tra le ruote?

A prima vista valutando le parole e le dichiarazioni di qualche componente della maggioranza apparso particolarmente interessato ad agitare le acque , considerando anche la sua carriera politica di lungo corso, si può formulare una ipotesi, e cioè che si tratta di un rigurgito di “vecchia politica”, sintomo caratteristico di una malattia piuttosto grave che si riscontra di solito fra politici che incardinati alla poltrona da troppo tempo subiscono la cosiddetta “sindrome di onnipotenza”, con tutte le conseguenze che ahimè comporta. Infatti la cosa è stata talmente sorprendente che anche l’opposizione ne è rimasta stupita, anzi preoccupata tanto da chiedersi timorosamente “ma che la maggioranza non c’è più?” e un brivido è passato lungo la schiena dei suoi componenti al solo pensiero di dover rappresentare un’alternativa. Comunque, nonostante tutto, la finanziaria regionale è stata approvata con tutti i voti disponibili della maggioranza. Però dal momento che in politica e non solo, le “parole sono pietre”, ne consigliamo vivamente un uso appropriato.


GIAN FILIPPO DELLA CROCE
 

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