Di Michelangelo Jan Vecoli*

Il vento è cambiato. L’abbaglio delle privatizzazioni messo in atto da centro destra e centro sinistra tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000 viene travolto dal voto popolare.
Lo diciamo da anni, in tutti i modi, ignorati dai partiti “grandi”:privatizzare i servizi pubblici è una rovina per gli utenti.
Ci dicevano che eravamo dei no global disfattisti, ai tempi di Genova 2001 quando prendeva forma una coscienza che era l’embrione del movimento di popolo, sano e limpido, che sta prendendo corpo in questi mesi.
Privatizzando i servizi non migliorano, a capo delle società partecipate si mettono il più delle volte dei politici trombati, i privati speculano su cose che dovrebbero essere al cento per cento della comunità.
Oggi è tempo di riprendersi tutto.
Riprendiamoci le mense, riprendiamoci gli scuolabus, riprendiamoci la gestione dei rifiuti, riprendiamoci i parchi pubblici.
Mettiamo gente capace di gestire queste strutture senza paura di usare la parola manager.
L’indicazione delle consultazioni referendarie è chiara, il liberismo sfrenato che intendeva privatizzare anche l’acqua è stato sconfitto dal voto popolare, da gente che è stanca di farsi prendere in giro con promesse di modernità ed efficienza che poi si trasformano in inefficienza e incapacità e lentezze gestionali.
E’ ora veramente di finirla col raccontare alla gente che si privatizza nel loro interesse. Qui si privatizza per pigrizia amministrativa, per far guadagnare questa o quell’impresa amica, per sistemare qualche politico bocciato dal voto popolare, fatto uscire dalla porta e fatto rientrare dalla finestra con i sistemi della politica – ufficio di collocamento.
Tira un’ aria nuova, trasformiamola in azione con proposte concrete, faremo il bene dei nostri concittadini che ci hanno eletto per rappresentarli al meglio, non per svendere i servizi che sono pubblici, che sono di tutti. Beni comuni, appunto.

* Capogruppo consiliare PRC

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