(di Paolo Cucchiarelli) (ANSA) - ROMA - Tanti i record di Pietro Ingrao e l'ultimo, il traguardo dei 100 anni (che compira' lunedi' prossimo), non e' che il piu' appariscente per il politico comunista che rivendica ancora oggi questa identita'. Un politico amato dalla base per la sua capacita' di comunicare, specie durante i comizi. "Poteva anche scendere dal palco e andare a prendere un caffe'. Avremmo atteso in silenzio cosa 'veniva dopo'", ricorda un  "giovane" (89 anni) comunista romano di base. Stessa idea di Fabio Mussi e Luciana Castellina: Ingrao e' stato piu' amato di quanto non si stato votato nel partito.

Eccoli, non strettamente in ordine cronologico, alcuni dei successi legati al nome del politico piu' amato dalla base del Pci:

- Il primo a rompere la "liturgia" dell'unanimismo nel Pci. 1966: Pietro Ingrao propone un mutamento del modello di sviluppo economico e rompe la regola del dissenso interno tenuto nelle segrete stanze del Pci. Nessuno aveva mai osato. Ancor meno durante un congresso. Dal palco del Congresso dice al gruppo dirigente un "Non sarei sincero se dicessi che sono stato persuaso" che infiamma la platea come mai e gela il palco della dirigenza. Poche parole che fanno vacillare tutta l'impalcatura ideologica del Pci. La destra del Pci attacca durissimamente Ingrao che, racconta Amendola, poco prima del congresso lo aveva quasi appiccicato al muro e lui lo aveva mandato a quel Paese. Nessuno credeva che Ingrao avrebbe insistito e invece accadde. Gli "ingraiani" vengono dispersi e Ingrao si salva per poco dalla epurazione con un lungo e pesantissimo periodo di isolamento. 

- Il primo ad imporre la "questione morale" nel dibattito politico con lo scandalo Montesi: fu un editoriale di Pietro Ingrao, il 7 febbraio del 1954 su l'Unita', a trasformare le indiscrezioni sulla morte di Wilma Montesi in un atto di accusa del Pci contro il Palazzo e la Dc. Scrisse Ingrao: "Collegate all'affare Montesi, in una successione drammatica, sono venute le rivelazioni, o almeno le denunce, circa un torbido settore di affari equivoci, di traffici di droga, di corruzione, che sconfinava nel mondo politico ufficiale. E il caso giudiziario si e' mutato in una seria 'questione morale'. E' vano che il partito dominante protesti".

- Il primo a ritenere centrale nel Pci il tema della riforma dello Stato: Ingrao ha dedicato grande ed  innovativa attenzione nel Pci sulla necessita' di innovare lo Stato, rivedere il bicameralismo, sostenere la centralita' del Parlamento che avesse pero' intorno poteri "intermedi" della societa' civile.

- Ecologia, femminismo, dialogo con i cattolici, pacifismo: l'apertura ai movimenti, il suo essere sulla linea di frontiera del Pci, hanno permesso a Ingrao di anticipare il dialogo con i movimenti e di cogliere tra i primi nel mondo comunista l'importanza del femminismo, l'attenzione all'ecologia (Occhetto inseri' un passaggio sulla difesa dell'Amazzonia proprio per tener conto di Ingrao nel suo discorso di Rimini, quello dell'addio al Pci) al dialogo con i credenti. Per anni Ingrao, ateo dichiarato, ha tenuto aperto il confronto con i cattolici in convegni ed incontri. Altrettanto importante la sua strenua difesa, anche in polemica con Ciampi e Napolitano, del rigoroso rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, quello voluto e scritto da Dossetti, che impegna l'Italia ripudiare la guerra.
Il tutto nasceva dalla amicizia con Enzo Capitini e la partecipazione di Ingrao alla prima marcia Perugia-Assisi.

- Il primo Presidente comunista della Camera: fu la svolta del 1976 e il rifiuto di Amendola ad accettare la carica a portare Ingrao alla guida di Montecitorio, primo comunista a presiedere l'assemblea. Nel 1979 il Pci gli chiese e quasi impose di continuare nella nuova legislatura, ma Ingrao scelse di tornare a studiare cosa si muoveva nella sinistra europea.

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