“Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra” (Jim Morrison).
Dicono le ultime notizie che i talebani, in Afghanistan, hanno conquistato, in una settimana, nove capoluoghi di province e, ormai, controllano circa la metà del Paese.
Con il ritiro delle forze di occupazione americane, la loro avanzata sembra inarrestabile. Le forze governative si arrendono e scappano.
Gli Usa tempestano con i B52, i famigerati aerei già usati per i bombardamenti a tappeto in Vietnam. Il risultato è che provocano solo vittime civili e non rallentano l’avanzata talebana.
La guerra dei vent’anni – iniziata da Usa e Nato, con corredo di vittime di soldati italiani – si sta risolvendo in una catastrofe per l’Occidente.
E’ servita solo a rinfocolare il fondamentalismo islamico. Una catastrofe già sperimentata a suo tempo con l’occupazione russa.
A riprova che la guerra – una follia in sé – non è mai in grado di eliminare più uomini malvagi di quanti ne crea.
Che cosa si aspetta a trarne l’unica lezione valida? Costruire la pace è immensamente più intelligente e gradevole che produrre montagne di cadaveri.
Il Parlamento Mondiale, davvero rappresentativo di tutti i popoli, e da tutti loro eletto, potrà essere il punto di svolta.
Perché vale l’ammonimento di A. Einstein: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.
 

Condividi