ROMA - Il NO al referendum è riuscito a conseguire due importanti obiettivi: il primo l'aver salvato la Costituzione nata dalla Resistenza ANTIFASCISTA; il secondo averci liberato da un presidente del Consiglio non eletto dai cittadini e che voleva imporre ai cittadini la sua volontà, le sue ambizioni di uomo solo al comando. Quando ormai l'esito delle consultazione referendaria era inequivocabile, l'inquilino di Palazzo Chigi ha annunciato le sue dimissioni. Domani pomeriggio, come ha promesso, si recherà al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni nelle mani del Capo del Governo. Noi non vediamo l'ora che giunga domani.

Per il resto non ha fatto in pratica nessuna reale autocritica. Lascia il Paese in grande difficoltà e lui si tira fuori da ogni responsabilità, lasciando interamente al fronte del NO di rimediare. Lui e il suo Pd, con l'accozzaglia (per utilizzare un suo termine assai criticato) minoritaria di banchieri, finanzieri, manager, opinion leader, portaborse e kellerine che l'ha sostenuto, perché ne difendeva gli interessi, si tirano fuori, poiché in fondo la colpa di questo fallimento è della grande maggioranza degli elettori che non l'ha capito non permettendogli di portare a compimento il suo disegno .

La prima cosa da fare, ora, è quella di una nuova legge elettorale, affinché quegli elettori, non certo populisti come si vorrerre dipingerli, possano tornare alle urne al più presto per scegliere chi dovrà governare il Paese, per ricostruirlo sulle ceneri che lui ci ha lasciato. Renzi adesso si tira fuori, lascia agli altri questo non facile onere. Impermalito e offeso sogna, magari, un fallimento che lo faccia rimpiangere: un atteggiamento da irresponsabile che chiarisce ancora di più il suo basso profilo politico.

Noi siamo certi che anche questo suo disegno fallirà, che il Paese ce la farà ad uscire dalle secche in cui Renzi l'ha trascinato e che nessuno lo rimpiangerà. E non ci si venga ora a ripetere che gli sprovveduti che hanno detto NO alla schiforma costituzionale lo hanno fatto perché non si sono informati, o non ha capito la portata dei cambiamenti che ci venivano proposti, perché se le hanno bocciate è proprio perché le hanno ben capite.

Per quanto ci riguarda, questa battaglia vinta deve aiutarci ora a ricostruire quella Sinitra che Renzi ha isolato e diviso, una necessità proprio per porre una barriera al dilagare del populismo anche in Italia.

E.P.

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