Nella notte dei lunghi coltelli de ‘L’Altra Umbria’ colpi di scena a ripetizione per la scelta del candidato a Presidente della Regione Umbria.

Eliminati i due veri contendenti, Mauro Volpi e Rita Castellani, restano sul tavolo un delegato della Fiom, Alessandro Placidi, e Michele Vecchietti della segreteria regionale di Rifondazione Comunista.

L’assemblea della sinistra ultrà s’incarta: prima sceglie Placidi ma dopo un’ora è chiamata al voto per il ballottaggi tra Placidi e Vecchietti. I rifondatori più organizzati fanno pendere l’ago della bilancia a favore di Vecchietti.

Rifondazione di Terni sbaraglia il campo e con un solo voto vince su Rifondazione di Perugia, Alba, gli antipartito, l’associazione ‘Possiamo’, ecc.

Vecchietti è un teorico, un quadro politico strutturato, programmatore della rottura del centrosinistra e nemico del PD. Un duro, un dogmatico; per lui Renzi e la Marini, nonché Di Girolamo, sono la stessa cosa, liberisti fino al midollo e vanno sconfitti a costo di far vincere la destra.

Vecchietti è laureato in filosofia e, di fatto, funzionario di Rifondazione, di cui è influente membro della segreteria regionale. È colui che detta la linea essendo il fedele interprete del pensiero del vero leader del partito, Damiano Stufara.

La linea di Vecchietti ha avuto un prologo nelle elezioni comunali di Terni del 2014, un disastro per il suo partito, ridotto a poco più di un prefisso telefonico, fuori dalla storica coalizione di centrosinistra ternana e ora fuori dal consiglio comunale.

Inoltre in campagna elettorale dovrà giustificare il ruolo di governo del suo partito in Umbria, per quasi vent’anni alleato del PDS/DS/PD, con ruoli rilevanti in Regione, nelle Province e in tutti i comuni dell’Umbria.

In termini generali incarna la linea del ‘tanto peggio tanto meglio’, coerente con l’Altra Umbria ma è un partitista e non è detto che le altre componenti della lista accettino il verdetto dell’altra sera, anzi, i bene informati dicono proprio che la partita non è chiusa, non escludendo clamorosi colpi di scena.

Condividi