La nuova sforbiciata alle risorse destinate alle Amministrazioni locali decisa dal Governo Monti potrebbe seriamente mettere a repentaglio il mantenimento dei servizi essenziali erogati ai cittadini. Proprio in questi giorni al Comune di Umbertide è stato comunicato un taglio ai trasferimenti statali di 400.000 euro a valere sull’esercizio finanziario in corso, nonostante il bilancio di previsione 2012 sia stato chiuso all’inizio dell’anno. Le minori risorse a disposizione, non previste in fase di stesura di bilancio, potrebbero quindi costringere l’Amministrazione comunale a rivedere le tariffe e i servizi, compromettendo la già difficile situazione economica in cui versano molte famiglie umbertidesi.
Con questo ulteriore taglio di 400.000 euro, il Comune di Umbertide in tre anni ha dovuto fare a meno di oltre un milione e mezzo di euro, sottratti dalle casse comunali per effetto delle manovre dei Governi Berlusconi e Monti.
Dal 2010 al 2012 infatti i trasferimenti statali a bilancio si sono ridotti di 1.590.867,96 euro e per il 2013 la situazione non sarà certo migliore visto che la conversione in legge del decreto 95/2012 (la cosiddetta Spending review) prevede una riduzione dei trasferimenti statali per l’anno a venire pari a 629.637 euro.
“Ancora una volta le Amministrazioni comunali sono messe a dura prova dall’ulteriore riduzione dei trasferimenti dal Governo centrale – ha commentato l’assessore al Bilancio Maria Cinzia Montanucci – E’ inaccettabile che a settembre vengano decisi tagli che vanno a ricadere sull’anno in corso e che, oltre a minare la funzionalità dell’Ente, mettono a repentaglio l’erogazione di servizi essenziali e il mantenimento delle tariffe, aggravando una situazione già fortemente compromessa dalla crisi economica ed occupazionale che ha incrementato notevolmente la richiesta di servizi da parte dei cittadini. Non si può far fronte alla crisi mettendo ancora una volta mano al portafogli dei più deboli attraverso tagli lineari che non tengono conto del buon governo dei Comuni virtuosi, anziché intervenire, in maniera coraggiosa, sugli sprechi, riducendo e razionalizzando la spesa pubblica”.

 

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