Turismo/ L’Umbria nella 'top ten' della stampa mondiale
PERUGIA - La stampa internazionale dedica all'Umbria un'ampia visibilità ed una attenzione costante: è quanto emerge dal monitoraggio dell'Osservatorio sull'immagine internazionale dell'Umbria che, nell'ultimo periodo, ha raccolto oltre duemila articoli e citazioni relativi alla regione sulla stampa mondiale. Dalla rilevazione emerge che l'Umbria occupa il quinto posto fra le dieci regioni italiane più citate all'estero, dopo Lazio, Toscana, Veneto, trainate dai rispettivi capoluoghi, e Lombardia, legata ad Expo 2015. L'Umbria - sostengono all'Osservatorio - in passato "oscurata" dalla vicina Toscana, oggi vive una vera e propria rinascita, soprattutto grazie agli itinerari immersi nella natura, alla molteplicità dell'offerta turistica, tra cui agriturismi e hotel "eco chic", e alla produzione enogastronomica.
"I dati raccolti dall'Osservatorio – ha detto l'assessore regionale al turismo Fabio Paparelli – dimostrano che la strada intrapresa dalla Regione di rafforzare il brand Umbria, come sintesi delle peculiarità ed eccellenze dei nostri territori, è quella giusta. L'Umbria ha saputo ritagliarsi non solo sulla stampa, ma anche sui mercati nazionali e internazionali uno spazio ben definito, caratterizzante, in qualche modo unico e per questo capace di creare attrattività e di essere di interesse per i visitatori. Dobbiamo fare ora un ulteriore passo avanti – ha aggiunto Paparelli - perché il "marchio" Umbria, cuore verde d'Italia, sia immediatamente riconoscibile e percepito come di straordinaria qualità, ciò attraverso una più stretta e piena integrazione ed interazione tra attività promozionale e commercializzazione delle risorse e delle eccellenze regionali. Il raggiungimento di questo ulteriore obiettivo, che avrà ricadute importanti sull'intera economia regionale, è fra i nostri impegni di legislatura, affinando strumenti, azioni e provvedimenti secondo un visione innovativa, unitaria e orientata a produrre il massimo risultato con le risorse disponibili".
Nel rapporto dell'Osservatorio emerge che accanto alle mete classiche vengono apprezzati i borghi umbri non battuti dal turismo di massa, dove il turista cerca autenticità, comfort moderno e tradizione locale.
Rispetto alle precedenti rilevazioni, perdono "appeal" le terme (al nono posto in classifica) e i corsi di cucina (al decimo posto), divengono attrazioni sempre più importanti per la regione invece il turismo religioso ed enogastronomico. Una posizione di rilievo nella "top ten" delle attività umbre più apprezzate all'estero è poi occupata da eventi storici e manifestazioni culturali.
Numerose e sempre più apprezzate le rassegne e i festival capaci di mettere d'accordo tutti i gusti. Giudizio unanime su Umbria Jazz che risulta l'evento musicale più elogiato. A conquistare il gusto degli stranieri anche il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Si colloca invece al nono posto l'Umbria Rock Festival, per gli estimatori del basso e della chitarra elettrica. E quando si parla di eventi in Umbria, non possono mancare riferimenti alle rassegne culinarie dedicate ai prodotti tipici. Particolarmente apprezzato dagli stranieri l'Eurochocolate di Perugia.
L'Umbria si distingue anche per il turismo religioso. La stampa estera dedica numerosi articoli alle celebrazioni pasquali di Assisi, all'Albero di Natale di Gubbio e, non ultime, alle Celebrazioni di San Valentino di Terni. Mentre tra gli eventi più interessanti e seguiti fuori i confini nazionali spicca la Corsa dei ceri di Gubbio. L'Umbria è anche cultura e formazione e ogni anno centinaia di visitatori e professionisti del mondo dei media vengono a Perugia per seguire il Festival del giornalismo, mentre sono tanti gli studenti italiani e stranieri che si iscrivono alle Università della regione.
Per quanto riguarda l'enogastronomia olio, vino, tartufo, e cioccolato sono i prodotti tipici umbri più ricercati dai turisti stranieri che cercano soprattutto di riscoprire gli antichi sapori attraverso la cucina tradizionale proposta durante eventi culinari, sagre e rievocazioni storiche. A occupare un posto di rilievo nella classifica di gradimento dei prodotti tipici compaiono anche il salame di cinghiale, la pasta, il prosciutto di Norcia IGP, le lenticchie di Castelluccio, lo zafferano e i formaggi.
Lunedì
17/08/15
14:43
Mi permetto di intervenire non per spirito di polemica ma per invitare ad una riflessione ponderata su come sia corretto fare informazione e sul livello qualitativo dell'offerta turistica regionale in rapporto al resto del paese e del mondo.
In primo luogo il titolo "l'Umbria nella Top Ten della stampa mondiale" che lascia intendere che l'Umbria si collochi tra le prime 10 aree/zone di interesse turistico a livello mondiale mentre invece ci si riferisce all'attenzione che l'Umbria riceve nella stampa mondiale rispetto alle altre regioni italiane. Essere la quinta regione Italiana perinteresse è cosa radicalmente diversa da sostenere di essere in una "top ten" mondiale. Inviterei dunque ad una maggiore ponderazione nel costruire i titoli di un articolo che, non so quanto volontariamente, alludono ad una condizione che è ben lontano dall'essere rosea.
in primo luogo perchè l'Italia da qualche decennio stà progressivamente perdendo attrattività e subisce una costante diminuzione delle presenze ed in secondo luogo perchè a fronte comunque di un non trascurabile interesse per la nostra regione i numeri delle presenze restano decisamente esigui (meno di 6 milioni nel 2014 anche se in lieve aumento rispetto agli anni precedenti) rispetto a quelli delle altre regioni (ad esempio il Veneto nel 2014 ha visto quasi 62 miulionidi presenze, ovvero più di 10 volte quelle umbre). Certamente l'Umbria gode di una non trascurabile attrattività (se pensiamo alle vicine Marche, nello stesso 2014 le presneze sono state circa la metà dell'Umbria, poco più di 3 milioni) e ciò rappresneta un dato positivo di cui essere fieri ed orgogliosi, ma c'è ancora molto da fare e non è con i titoli trionfalistici che miglioreremo le nostre performance.
Lunedì
17/08/15
21:59
Caro amico, ci permettiamo di farle notare che, per quanto ci sforziamo di fare del nostro meglio, il breve spazio a nostra disposizione per il titolo non ci consente sempre di rendere chiaro e completo sin da subito il contenuto dell'articolo e comunque cerchiamo di sopperire a questa mancanza con il breve sunto che in questo caso recitava: "Quinta dopo Lazio, Toscana, Veneto, trainate dai rispettivi capoluoghi, e Lombardia, legata ad Expo 2015. Paparelli: “La strada intrapresa dalla Regione di rafforzare il brand Umbria, come sintesi delle peculiarità ed eccellenze dei nostri territori, è quella giusta”.
Se lo avesse letto con attenzione non avrebbe avuto alcun dubbio al riguardo e giudicato corretto il nostro modo di fare informazione. Comunque l'importante è che l'articolo sia stato ben comprensibile riguardo al tema trattato che ci sembra alla fine abbia compreso anche lei. Grazie e cordiali saluti.
Martedì
18/08/15
11:01
Gentilissima Redazione, come premesso nel precedente intervento non vi era da parte mia alcuno spirito polemico ma la volontà di invitare (anche) ad una riflessione sull'importanza del ruolo del titolo di un'articolo in relazione ai contenuti. Pur non occupandomi di informazione e certo invece della vostra competenza in materia mi permetto di segnalare che ad esempio bastava contestualizzare con più puntualità nel titolo l'ambito della graduatoria per essere in linea con il (chiaro) contenuto dell'articolo. Bastava ad esempio in luogo di "L'umbria nella Top Ten della stampa mondiale", che lascia intendere che l'Umbria è tra le prime 10 zone/aree mondiali, "L'umbria nella Top Ten italiana della stampa mondiale". Una sola parola in aggiunta avvrebbe chiarito sufficientemente il contenuto dell'articolo superando l'errata convinzione che invece trasmette nella formulazione attuale. Comprendo benissimo che il titolo non è qualcosa a se ma legato all'articolo e dunque la sua ettura successiva permette di superare ogni confusione o ambiguità, tuttavia se memoria non mi inganna - specie a sinistra - si manifesta (a mio avviso a ragione) un certo biasimo per le modalità spesso sensazionalistiche e l'uso manipolatorio che si fà dei titoli come dei flash dei servizi per aumentare odience e soprattutto per manipolare una parte dell'informazione (che spesso - cosa che non giustifico affatto ma trovo profondamente sbagliata - si limita ai titoli o ai flash). Non è certamente il Vostro caso, ne sono assolutamente certo, infatti non ho mosso alcuna accusa nei vostri confronti ma mi sono semplicemente limitato ad invitare tutti noi ad una riflessione (anche) su questo tema. Cordialità