di Redazione Contropiano

Annullare la parata del 2 giugno e destinare i 3 milioni di euro, previsti dal Ministero della Difesa per la contestata cerimonia, alle zone colpite dal terremoto.

E' la proposta di un altissimo e crescente numero di realtà sociali del paese che in queste ore stanno raccogliendo adesioni in una vera e propria campagna che va di pari passo con l’arrivo delle tragiche notizie dalla provincia di Modena e dalle altre zone investite dai sismi del 20 maggio e di oggi.

Ad esempio il mensile di Emergency, “E”, ha pubblicato sul suo sito un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Lei ha chiesto ai giovani di aprire porte e finestre, anche qualora le trovassero chiuse - si legge nell'appello - le chiediamo con tutto il rispetto di dare l'esempio: apra porte e finestre alla solidarietà, trasformi il 2 giugno da festa della Repubblica militare a festa della Repubblica solidale. Sospenda la parata, che l'anno scorso era costata 4,4 milioni di euro e che secondo il ministero della Difesa quest'anno costerà quasi 3 milioni di euro. Quei denari siano investiti in opere di solidarietà con la popolazione stremata dal terremoto». Le adesioni sono arrivate a migliaia e appelli simili stanno contagiando centinaia di siti e blog. Mentre è già partita una mail bombing verso i siti e gli indirizzi di posta elettronica di Giorgio Napolitano e della Presidenza della Repubblica. Al Capo dello Stato il blog ‘violapost’ promette di inviare le migliaia di adesioni che arriveranno ad uno stringato appello che recita: “Gentile Presidente Napolitano, confidiamo che in un momento così tragico per il paese tutto, si adoperi per annullare la parata militare del 2 giugno e si destinino i soldi (circa tre milioni di euro) alle vittime del terremoto del’Emilia e per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma”.

Alcune convintamente, altre strumentalmente, ma la maggior parte delle forze politiche del paese si sta a suo modo dichiarando per un rinvio o una abolizione della prevista parata militare del 2 giugno a Roma. Finora si sono detti contrari la Federazione della Sinistra, i Verdi, l’Idv, la Lega Nord, i Radicali, la Destra. A favore finora solo il Pdl mentre invece Futuro e Libertà di Fini si è diviso. Nessuna presa di posizione ufficiale, tanto per cambiare, da parte del Pd di Bersani.

E’ un ‘no’ trasversale quello allo sperpero di denaro pubblico che potrebbe andare ai soccorsi e alla ricostruzione, e in molti considerano la sfilata dei militari a Roma uno schiaffo a chi in quelle ore sarà impegnato nelle zone terremotate. Un ‘no’ che ha fatto subito breccia nel mondo cattolico. Scrive ad esempio la rivista Famiglia Cristiana, aderendo all'appello di molte organizzazioni cattoliche, tra cui Pax Christi: «Per risparmiare, certo, ma soprattutto per lanciare un segnale di sobrietà e di condivisione del dolore di coloro che piangono i propri cari vittime del terremoto». Secondo il settimanale dei Paolini «l'idea di cancellare la parata militare del 2 giugno trova crescenti consensi, soprattutto alla luce dell'ultimo terribile terremoto che ha seminato morti e distruzioni». Considerando che col termine «Patria» - scrive invece don Renato Sacco, di Pax Christi - va intesa «una comunità che deve farsi carico specialmente di chi soffre, piange, ha perso tutto», allora «l'appello lanciato da numerose associazioni e movimenti perché la parata del 2 giugno venga semplicemente cancellata è da rilanciare sopratutto all'indomani delle tragiche scosse che oggi hanno nuovamente sconvolto l'Emilia Romagna».
In queste ore però in moltissimi stanno anche chiedendo che il Pontefice Benedetto XVI rinunci alla prevista visita a Milano e destini anche lui gli ingenti fondi pubblici che spenderebbe per il viaggio – intorno ai dieci milioni di Euro - alle popolazioni terremotate. Addirittura un deputato del Pdl, Antonio Borghesi, è intervenuto nell'Aula della Camera per sostenere questa richiesta.

Interrogato in proposito il ministro Profumo si è detto teoricamente sensibile alla proposta di cancellare la parata militarista ma ha affermato che la maggior parte delle spese previste sono già state realizzate e che quindi non si otterrebbe il risparmio sperato. E che naturalmente ormai tanto vale mantenere la costosa cerimonia.

Intanto il sindaco di Roma Alemanno, interpellato sull’opportunità o meno di mantenere la parata in via dei Fori Imperiali, fa lo gnorri: «Il quesito che viene posto va rispettato, ma credo che debba essere solo il presidente della Repubblica a decidere. Il 2 giugno è la festa della Repubblica e la parata militare non è uno sfoggio di potenza o di forza, ma il ricordo delle persone cadute e di chi oggi si sacrifica nelle missioni militari di pace. Il 2 giugno non è una festa che può essere cancellata o messa in secondo piano - ha concluso Alemanno - è un momento celebrativo molto importante per la nostra Repubblica».
Poi, poco fa, forse subodorando la malparata, sul suo profilo di Twitter il primo cittadino di Roma ha postato questo breve messaggio: «Ho visto le immagini scioccanti del terremoto. Spero che la parata del 2 giugno sia annullata per destinare quei soldi ai terremotati».

Fonte: contropiano.org

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