Il  22 febbraio 2024, all'indomani dello sciopero e delle manifestazioni per dire basta alle morti sul lavoro, dopo l'ennesima strage di Firenze, si è svolto il Comitato regionale di coordinamento per la Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, formato da organizzazioni sindacali, associazioni datoriali e istituzioni (Regione e Inail), oltre agli organi di controllo (Usl e Dtl). “Nonostante il momento drammatico per il nostro Paese e la grande mobilitazione messa in campo ieri, l'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, è arrivato a riunione iniziata, è intervenuto dicendo poche cose, peraltro molto discutibili, e se ne è andato dopo pochi minuti. Un comportamento che si qualifica da solo”. Lo scrive in una nota la Cgil dell'Umbria che sottolinea, tuttavia, come la riunione abbia comunque prodotto qualche risultato. 
“Abbiamo apprezzato le conclusioni a cui è giunto il dottor Salvatore Macrì, dirigente del Servizio Prevenzione e Salute e Sicurezza – spiega Gianni Fiorucci, segretario regionale Cgil con delega alla sicurezza – Ci è stato assicurato, infatti, che la Regione Umbria si aprirà ad un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e soprattutto della rete di delegate e delegati, Rls e Rlst, presenti in modo capillare nel tessuto produttivo umbro, allo scopo di spingere le imprese ad aderire a progetti e programmi di prevenzione e riduzione del rischio infortuni”. 
Intervenire sulla cultura d'impresa in Umbria, soprattutto nelle realtà più piccole, è, secondo i sindacati, una questione non più rinviabile. La nostra regione è infatti in cima alle classifiche nazionali per incidenza di morti e infortuni sul lavoro, con un indice pari a 59,6 punti nel 2023, contro una media nazionale di 34,6 (solo l'Abruzzo ha un indice più alto). 
In particolare, l'80% degli infortuni avviene nei settori più esposti, ovvero edilizia (30%), agricoltura (30%), trasporti (20%). La causa di gran lunga più frequente è la caduta dall'alto (32%), seguita da incidenti su un mezzo e ancora da caduta di pesi dall'alto. Alla base degli incidenti – come sottolineato dagli stessi tecnici della Regione - ci sono l’irregolarità, la mancata formazione, la presenza nel mercato di aziende che non hanno requisiti, l’uso distorto degli appalti e dei subappalti. “Tutti fattori – rimarca Fiorucci - che descrivono un modello di sviluppo da cambiare completamente”.
Per farlo Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria hanno presentato da tempo una piattaforma in 18 punti, che non è stata però ancora presa in considerazione dalla giunta regionale. 
“Per questo avremmo gradito un atteggiamento diverso dall'assessore Coletto – continua Fiorucci - che non solo non ha mai risposto alla numerose richieste di incontro che gli abbiamo inoltrato, ma che oggi è persino arrivato a dire che i controlli non devono essere repressivi nei confronti delle imprese che violano le regole, ma 'accompagnarle'. Quindi sì a consigli e pacche sulle spalle, ma no a multe e sanzioni”. 
“Questo è molto grave – conclude il segretario Cgil - perché di fronte a tanti lavoratori che muoiono ogni giorno, questa accondiscendenza verso le imprese, anche quelle che sfruttano e non applicano le norme per la sicurezza, appare davvero insopportabile”. 
 

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