“Ritengo che sia un atto politicamente grave, oltreché altamente offensivo, tentare di infondere il sospetto nell'opinione pubblica che il sottoscritto, in qualità di segretario regionale del Pd, non sia schierato nettamente e senza alcuna ombra di dubbio dalla parte della giustizia e della legalità in ordine ai fatti di cronaca relativi a Gesenu. Ed è ancora più scorretto che ciò sia stato fatto da esponenti di spicco del mio stesso partito, a circa 15 giorni dai primi fatti di cronaca e senza che nel mentre sia intervenuta alcuna sollecitazione diretta per modificare o rafforzare la nostra immediata presa di posizione sui fatti”.

Ad affermarlo in una nota, nella quale mancano comunque i nomi degli esponenti politici del suo partito ai quali fa evidente riferimento, è il segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli, che aggiunge: “Mi sarei aspettato da persone che hanno avuto ruoli apicali nei processi regionali e locali fin dal 1995, un atteggiamento più generoso verso una segreteria di 35enni che è in sella da poco più di un anno. Invece si preferisce il comodo ruolo del ‘cecchino’ utilizzando tribune inusuali e irrituali per sparare su chi quotidianamente lavora mettendo la faccia per il futuro del Pd dell'Umbria”.

“La direzione regionale di domani (convocata da settimane sulle riforme) – conclude con un tono velatamente minaccioso Leonelli - sarà l'occasione di un chiarimento definitivo dagli esiti ad oggi francamente imprevedibili. Perché c'è oggi una generazione nuova nel Pd, nei territori e in tanti comuni dell'Umbria. Una generazione che ha voglia di futuro sapendo che la stagione del passato è ormai archiviata e l'Umbria di domani non potrà essere l'Umbria di ieri. Una generazione che lavora quotidianamente in silenzio, con la capacità di riconoscere il meglio del passato e la determinazione di superarne il peggio. Una generazione che anziché essere bersaglio da postazioni privilegiate, dovrebbe essere aiutata da chi ha avuto tanto in passato”.

 

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