“Il Consiglio regionale dell’Umbria si è da tempo dotato di norme e regole per il corretto utilizzo dei fondi destinati sia al suo funzionamento, sia a quello dei gruppi consiliari. Norme e regole rigorose, che impediscono 'a monte' un utilizzo dei fondi pubblici che non sia direttamente e strettamente collegato alle attività istituzionali e politiche sia dell’Assemblea, che dei gruppi politici”. Così il presidente del Consiglio regionale Eros Brega che interviene con una propria nota sulla questione relativa ai costi dell'Assemblea legislativa dell'Umbria.

 

"Per ciò che riguarda l’ammontare complessivo delle spese di funzionamento del Consiglio regionale – spiega Brega - va sottolineato che sono tra le più basse in Italia, ma tra il 2010 ed il 2012 le stesse sono state ridotte di oltre l'8 per cento, passando da una spesa complessiva di 23 milioni di euro all’anno agli attuali 21.252.581,48 euro. Di questa cifra – prosegue - il costo complessivo relativo alle indennità dei consiglieri regionali è di circa 4.630.567,13 euro, mentre per l’attività dei gruppi consiliari (sono 10 i gruppi consiliari di cui 5 monogruppo) la somma complessiva è di 1.441.559,61 euro, di cui 489.600 quale contributo fisso annuale (per attività politico-istituzionali, consulenze, pubblicazioni, fotocopie, stamperia, telefonia, poste e comunicazione) e 951.959 per il personale dei gruppi. La quota di contributo fisso (489.600 euro) può essere utilizzata esclusivamente per attività strettamente connesse alle funzioni politiche ed istituzionali dei vari gruppi, (sotto la responsabilità diretta del presidente del gruppo) le cui spese devono essere rendicontate con adeguata documentazione, in ottemperanza alle rigorose regole interne di cui il Consiglio regionale si è dotato. Voglio rimarcare poi – aggiunge il presidente del Consiglio - che la quota di spesa per il funzionamento dei gruppi (1.441.559,61 euro) incide per meno dell'uno per cento sul bilancio complessivo della Regione Umbria (oltre 2 miliardi 300 milioni di euro). Se volessimo poi fare altri raffronti extraregionali rileviamo che quanto noi spendiamo per l'attività dei gruppi consiliari è inferiore di 100mila euro a quanto spendono alcune Regioni d'Italia per le sole spese di rappresentanza”.

 

“Il Consiglio regionale dell’Umbria, inoltre – spiega Brega -, ha negli anni recenti proceduto alla riduzione delle indennità di Consiglieri regionali, e parimenti dei presidenti di consiglio e giunta , tanto che ad oggi l’Umbria è all’ultimo posto tra le regioni d’Italia proprio rispetto alle indennità dei consiglieri regionali. Prima ancora della norma approvata dal Governo Monti di una ulteriore riduzione del 10 per cento dell’ammontare delle indennità, immediatamente approvata dal Consiglio regionale dell’Umbria, le stesse erano già state diminuite: nel dicembre 2010 (legge regionale '25/2010', con la quale si operava un taglio del 10 per cento sull'indennità dei consiglieri e si stabilivano nuovi criteri per la determinazione delle “spese di permanenza” (diaria) non più fisse, ma in parte legate alla effettiva partecipazione ai lavori degli organismi. In rapporto alla media nazionale poi – sottolinea Brega - l’Umbria non solo è ultima nella classifica, ma l’indennità dei consiglieri regionali umbri è inferiore di circa il 20 per cento di quella di altre regioni. Va sottolineato inoltre – aggiunge - come in Umbria vi sia una stretta collaborazione tra Giunta e consiglio regionale sia per ciò che riguarda la definizione dei rispettivi budget relativi al costo di funzionamento dei due organi, sia per il costante perseguimento degli obiettivi di contenimento dei costi. Con ciò – spiega il presidente - non vogliamo certo dare lezioni ad alcuno, ma intendiamo soltanto far sapere ai cittadini che è possibile legiferare e governare a livello regionale con rigore e sobrietà, quelli da noi sostenuti sono i costi della democrazia e non quelli liquidati negativamente come 'costi della politica'”.

 

Brega fa propria e rilancia la proposta avanzata ieri (18 settembre) dalla presidente Marini che sollecitava il Governo ad adottare una legge con la quale si stabilisce un “tetto massimo per le indennità nei consigli regionali”. “Per quanto riguarda infine – conclude il presidente Brega – la notizia sulla presunta iniziativa attivata dalla Guardia di Finanza nei confronti del Consiglio regionale pochi giorni fa, posso dire che l'unico intervento di questo corpo di polizia risale al luglio scorso. La Guardia di Finanza aveva avuto l'incarico dalla Corte dei Conti di svolgere un accertamento istruttorio in merito ad alcune spese di un consigliere appartenente ad un monogruppo. Ad oggi non risulta altro”.

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