Regionali/ Sinistra Pd chiede la verità: “La questione di Spoleto va risolta”
PERUGIA - "E' con forte preoccupazione e con un certo imbarazzo che ci vediamo costretti a chiarire, speriamo in maniera definitiva, la vicenda della costruzione della lista del PD in vista delle prossime elezioni regionali, in particolare per quanto riguarda la incomprensibile e inaccettabile esclusione di Spoleto e di Giancarlo Cintioli dalla possibilità di candidarsi". Così recita una nota diramata dal Coordinamento Sinistra Pd Umbria che così prosegue: "Questo veto politico e personale, che purtroppo non siamo riusciti a rimuovere, nonostante non avesse alcun fondamento nelle regole che ci eravamo dati per la composizione della lista, ha finito per minare la credibilità del partito regionale e di quello provinciale che, ostinandosi ad escludere Cintioli, sono arrivati all'assurdità di escludere la città di Spoleto dalla lista stessa".
Per gli estensori della nota la responsabilità dell'esclusione di Spoleto dalla lista del PD pesa perciò "esclusivamente sulle spalle di chi ha voluto, per un pugno di preferenze, negare la legittimità della proposta di candidatura venuta dal partito di Spoleto, negare la richiesta di candidatura venuta dalla nostra area politica, per candidare esponenti di correnti e di territori espressione della variegata maggioranza".
"Le candidature della sinistra in lista sono cinque, dovevano essere sei, chi è stato candidato al posto della nostra sesta candidatura?". Si chiede aggiungendo: "Per essere definitivamente chiari la sesta candidatura della sinistra PD che abbiamo difeso fino alla fine, era quella di Giancarlo Cintioli, e nessun'altra".
Per la Sinistra Pd la lista in quewstione avrebbe "al proprio interno alcune candidature inventate in laboratorio, da sottocorrenti della maggioranza. Candidature che nessun territorio, nessun dirigente ha mai proposto, ma che sono state inserite in lista, alcune addirittura violando la regola dell'esclusione di dirigenti coinvolti nelle recenti sconfitte elettorali, altre senza neppure essere iscritte al partito, altre frutto di furbizie e prepotenze".
"La nostra preoccupazione conludono gli estensori della nota - è derivante dal fatto che tutti dovremmo essere impegnati a fare la campagna elettorale, e a risolvere seriamente il problema Spoleto, non a fare inutili polemiche.
Il nostro imbarazzo è grande nel dover commentare le parole del Segretario provinciale del PD Dante Andrea Rossi, a cui chiediamo di non raccontare storie fantasiose ma la verità dei fatti accaduti e di cui evidenziamo tutti i limiti nello svolgere con lucidità il proprio ruolo e nel tutelare la rappresentanza di una città di cui è stato anche candidato a Sindaco e tuttora è consigliere comunale.
Infine rivolgiamo un appello pubblico al Comitato di Reggenti della Segreteria regionale del PD dell'Umbria facciano cessare le inutili polemiche di queste ore, chiedano al gruppo dirigente del PD, ad ogni livello, misura, responsabilità e senso del decoro".
Venerdì
24/04/15
02:16
Di fronte ai problemi reali della gente e alla crisi economica, leggere pensieri o assistere a polemiche di questo genere, fa comprendere la distanza della politica della realtà. Se pensate che in una regione piccolissima come l'Umbria Spoleto sia danneggiata dall'assenza di un candidato consigliere, risulta evidente che avete ancora in mente la politica dei campanili, delle baronie, delle faide e ora della guerra fra poveri, perché ora la posta è accaparrarsi una briciola di pane raffermo e ammuffito più del vicino. Con queste teste a dir poco vecchie, con questi giochi a marcare territori vicini a un tiro di schioppo, continueremo a meritare la nostra palese inciviltà politica e continueremo ad essere una nazione arretrata.
Se per voi che avete perso un candidato la verità è triste, leggervi è una verità ancor più triste della vostra.
Venerdì
24/04/15
11:38
Non posso che sottroscrivere parola per parola il commento precedente di cui ringrazio l'autore per la lucidità e la chiarezza dell'analisi.
Davvero non si riesce a comprendere come oggi si possa ancora pensare che il problema sia la provenienza locale di un candidato e non la sua qualità o capacità. Specie se stiamo parlando delle elezioni di una regione microscopica che non dovrebbe neanche più esistere (dato che le sue ridotte dimensioni rendono impossibili ogni economia di scala) in quanto tale, ma accorpata alle regioni contermini.
Se davvero c'è un problema "territoriale" dei candidati di questa regione, della mia regione, è che sono troppo campanilistici, troppo attenti alle "piccolezze" locali davanti ad un mondo sempre più globalizzato che non comprendono e con il quale non sanno in alcun modo relazionarsi. Forse, ed è una provocazione fino ad un certo punto, per l'Umbria occorrerebbe esattamente l'opposto di una puntuale ripartizione localistica dei candidati; occorrerebbe che provenissero, indipendentemente da dove oggi risiedono, da altre realtà, meno chiuse e refrattarie ai cambiamenti come l'Umbria.