di Claudio Grassi 

Sono state scritte tante cose sulle elezioni in Sardegna, quindi si rischia di essere ripetitivi. Mi concentro quindi su alcune scarne riflessioni.
Non parlerò della astensione anche se è stato l’incipit di quasi tutti i commenti che ho letto. Per quanto riguarda questa tornata elettorale non vi è nessun cambiamento significativo rispetto a un dato che è presente ormai da due decenni. La metà degli elettori non vota, ma non è un problema specifico di  queste elezioni sarde.

La vittoria di Alessandra Todde è un fatto molto positivo, ma i motivi che mi spingono a questa considerazione non sono in sintonia con la maggior parte dei commenti che ho letto. E cioè che questa vittoria deve essere il viatico per costruire un campo largo che batta le destre.
Personalmente di un “campo largo” che batte le destre, ma che sulla guerra segue la linea di Macron e Scholz, come dicono a Roma: “nun me ne pò frega' de meno”. 
La vittoria di Alessandra Todde la considero positiva perché non ha battuto le destre costruendo un “campo largo”, ma ha battuto le destre a partire da un programma e da una candidatura invisa non solo da chi nel campo largo non è entrato (Calenda, Renzi, Soru e - chi lo avrebbe mai detto - Rifondazione Comunista),  ma anche da chi il campo largo, alla fine ha sostenuto, obtorto collo. Non è un mistero che Alessandra Todde ha dovuto lottare nel suo partito per affermare la sua candidatura e che anche il Pd per molti mesi è stato a guardare per vedere come finiva lo scontro interno nei 5stelle. Grande merito va ai compagni e alle compagne della lista Sinistra Futura che per primi  l’hanno sostenuta e fino alla fine ci hanno creduto e hanno lottato per conseguirla.

La candidatura della Todde non è un “dettaglio”, le elezioni in Sardegna vengono vinte perché lei raccoglie più voti delle liste che la sostengono, mentre Truzzu, candidato del centro destra, ne raccoglie di meno. Senza questo valore aggiunto che ha portato Alessandra Todde, avrebbe vinto Truzzu.

Il successo della Todde rafforza la leadership della Schlein nel Pd (l’armata dei Bonacini & C. erano pronti a impallinarla in caso di sconfitta), ma anche quella di Conte che - per la prima volta - ottiene per i 5Stelle un incarico istituzionale su elezioni regionali che, come è noto, per loro è il terreno più difficile.

Si rafforza dunque un asse Schlein/Conte, benedetto anche da Landini, che nel panorama politico italiano suscita speranze in molti. Per quanto mi riguarda avrà anche il mio giudizio positivo se saprà assumere un orientamento sulle questioni della pace e della guerra completamente diverso da quello assunto dal Pd fino ad ora. Viceversa, se succedesse il contrario, e cioè che il M5S rinunciasse alla sua posizione autonoma dagli USA e da Israele sulle guerre, la considererei una cosa molto negativa. Staremo a vedere.

Sui voti di lista e sugli eletti e le elette: due mi paiono i dati interessanti. Il primo è che al di là del risultato del M5S (a cui va sommato il voto conseguito dalla lista che sosteneva la Todde) e del Pd, vi è un risultato importante in termini percentuali e di eletti di forze che si collocano a sinistra del Pd. Sto parlando di Avs, Sinistra Futura e Progressiti. Insieme raccolgono oltre il 10% e 10 deputati regionali. Una risultato importante, ma che, come vediamo ormai dal 2008 in poi, non avendo un progetto politico comune, serio, che si concentri sulla prospettiva e non sulla salvaguardia del proprio ceto politico, non regge nemmeno il tempo della legislatura. Speriamo che questa volta vada meglio e che questi tre raggruppamenti sappiano trovare i punti che li uniscono, anziché quelli che li dividono.

Sono molto contento che la lista Sinistra Futura abbia ottenuto un bel risultato e abbia eletto tre deputati regionali. Conoscendo i compagni e le compagne che l’hanno promossa, mi sembra quella più strutturata, più ancorata a una idea di chi vuole tenere aperto un progetto di cambiamento, con la prospettiva di costruire una forza di alternativa al capitalismo anche a livello nazionale, al di là di quello che sarà necessario fare per la Sardegna e che sicuramente faranno nel migliore dei modi.

Due P.s.: come sempre le cose in Sardegna hanno la loro specialità. 
1 - Può succedere che una lista abbia una buona affermazione, ma gli eletti non rispondano ai partiti di riferimento di quella lista.
2 - Soru ha fatto una operazione che non condivido. Ritengo  incomprensibile,  al limite della follia, la scelta di Rifondazione di appoggiarlo. Tuttavia, che con oltre l’8 % dei voti non si elegga neanche un deputato regionale, mentre con il 3% se ne eleggano 3, è una cosa che grida vendetta. Spero che la Todde e le liste che l’hanno fatta vincere cambino questa mostruosa legge elettorale.

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