“Il mercato del lavoro, l’occupazione e la disoccupazione, sono in una situazione di gravissima crisi, in un quadro politico radicalmente cambiato da quello che questa crisi ha negato e aggravato”. E’ quanto afferma una mozione del gruppo dei Socialisti Riformisti della Provincia che così continua :”Il Governo e le parti sociali stanno affrontando il tema di una riforma del mercato del lavoro che favorisca l’occupazione, inclusa quella delle fasce più deboli, procedendo ad una riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali poiché il quadro attuale del mercato del lavoro italiano è caratterizzato da alti tassi di disoccupazione giovanile e femminile, precarietà diffusa, disparità nell’accesso ai diritti e alle tutele (fra cui gli ammortizzatori sociali) per milioni di lavoratrici e lavoratori non tutelati dagli strumenti a disposizione.

Così come drammaticamente dimostrato dalla crisi economica che investe numerose aziende del territorio della Provincia di Perugia, le difficoltà dei soggetti economici del territorio appaiono prioritariamente legate ad una difficoltà nell’accesso al credito, ad un aumento dei costi di materie prime, ai costi energetici e ad un sistema burocratico/amministrativo ancora poco snello, piuttosto che ad un aumento della flessibilità in uscita dei rapporti di lavoro”.

Dopo aver valutato le proposte di riforma del mercato del lavoro presentate dal Governo, e in particolare quelle di modifica da apportare all’articolo 18, Il gruppo dei Socialisti Riformisti della Provincia chiedono al Presidente e alla Giunta Provinciale di impegnarsi e di farsi promotori di iniziative tese a far sì che: “il Parlamento approvi in tempi rapidi una riforma del mercato del lavoro che tenga conto delle proposte delle parti sociali – che su questo importante tema hanno ritrovato una fondamentale unità di intenti – e del dibattito in corso nel Paese, migliorandone, per ciò che riguarda l’art 18, la parte relativa alle procedure per il licenziamento economico, sostenendo la necessità di aderire ad un modello europeo caratterizzato da più alte forme di garanzia ed equità, come ad esempio, quello presente in Germania, confermando quindi la possibilità del reintegro del lavoratore.

L’auspicio è che tale riforma sia ispirata alla sacrosanta lotta alle forme più varie di precariato che condannano le giovani generazioni ad una vita lavorativa con sempre meno tutele; Il Governo attivi efficaci strumenti di politica economica, accesso al credito, snellimento delle procedure amministrative e crescita dell’occupazione. Proceda con provvedimenti che portino ad una diminuzione del costo del lavoro, ad un contestuale aumento del potere di acquisto, ad una estensione dei diritti e degli ammortizzatori sociali a quelle forme di impiego che attualmente ne sono sprovviste, garantendo le risorse e i tempi necessari ad una loro generalizzazione e universalizzazione.

Una prima mossa in tal senso potrebbe essere la destinazione dei fondi concessi dalla BCE agli istituti di credito, verso le aziende in maggiore difficoltà e verso quelle che per il loro futuro hanno deciso di puntare tutto sulla ricerca, innovazione e apertura all’esterno dei loro mercati. il Governo e il Parlamento pongano velocemente rimedio a due temi rilevanti quali le garanzie sociali per i lavoratori “esodati” e le cosiddette “dimissioni in bianco”; Si realizzi una iniziativa a livello provinciale e regionale affinché si possa valutare la portata della riforma del mercato del lavoro sull’economia del nostro territorio”.

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