PERUGIA - Un confronto tra amministratori, operatori ed esperti della formazione  su un tema in  forte evoluzione: “i servizi educativi al tempo della crisi”. Laddove per crisi oggi deve intendersi non solo la crisi economica ma anche quella che investe la famiglia tradizionale e ne riscrive i bisogni. Nello stesso tempo, è profondamente mutato il mondo del lavoro con le sue tradizionali regole. A fronte di questo, la necessità di continuare a garantire la qualità dei servizi pubblici essenziali nonostante le difficoltà di bilancio degli enti locali. Riprogettare i nidi, dunque – questo, in sostanza, il punto - coniugando sostenibilita economica e mutate esigenze delle famiglie.

Se ne è parlato ieri alla Sala dei Notari, per iniziativa del Comune di Perugia nel quadro del suo progetto di ridefinizione dei servizi socioeducativi. Nel corso del convegno si è anche svolta una manifestazione di protesta di alcune educatrici.
Un confronto, dunque, serrato, nel quale dalle Rsu è stato comunicato uno sciopero del personale educativo dei nidi. Una comunicazione raccolta dal sindaco Boccali, che nel suo intervento ha fissato alcuni punti: la conferma in bilancio della spesa per questa fascia di età; un sistema di tariffazione equo e progressivo, la qualità dei servizi socioeducativi che resta alta anche grazie al contributo economico di tutti i cittadini; la copertura completa delle richieste per la scuola materna, la dinamicità di un’amministrazione nella costante ricerca di nuove soluzioni. Dal sindaco anche l’ appello a non lasciare soli i Comuni nella gestione di questa partita.
Nell’ analisi dell’ assessore alle Politiche dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Monia Ferranti, la descrizione di come cambiano gli incroci tra servizi ed esigenze. Una sfida complicata in considerazione della continua evoluzione dei bisogni familiari legati prevalentemente a rapporti lavorativi che mutano profondamente, quando ci sono: da qui, la richiesta di una maggiore flessibilità dei servizi. D’ altra parte, il progressivo peggioramento delle condizioni economiche spesso comporta la rinuncia al posto nido - 197 a Perugia.
Per l’ Amministrazione comunale quindi, le parole d’ordine sono sostenibilità e miglior utilizzo delle risorse, prima di tutto  per senso di responsabilità verso le generazioni future che dovranno poter ancora beneficare di questi servizi, mentre l’immobilismo significherebbe condannare a morte certa il sistema dei servizi socioeducativi.
Numerosi gli intervenuti e i relatori, da Carla Casciari, vicepresidente della Regione Umbria; a Lorenzo Campioni, presidente Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia; da Maurizio Parente, ricercatore Area educativa Istituto degli Innocenti di Firenze; a Floriana Falcinelli dell’Università di Perugia nonché coordinatrice del Centro regionale di documentazione, aggiornamento e sperimentazione dell’infanzia.
Nel corso del convegno sono state portate anche le esperienze dei Comuni di Città di Castello, Spoleto e Foligno.

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