PERUGIA - ''In questo momento delicato e importante per la struttura della Banca Popolare di Spoleto, la politica ed il sindacato devono rimanerne al di fuori'': e' la “curiosa” tesi espressa in una nota da Rocco Girlanda, deputato umbro del Pdl, in relazione alla richiesta della Cgil di convocare il tavolo regionale sul credito.

''Ci si lamenta tanto dell'invasivita' della politica e della sua incapacita' di dare risposte ai problemi dell'economia e dell'amministrazione con celerita' - osserva Girlanda - eppure l'unica soluzione proposta dalla Cgil e' quella di inserire proprio la politica all'interno di un meccanismo dove questa, soprattutto nel delicato momento attuale, ha il dovere di restarne fuori. La Banca popolare di Spoleto – spiega il parlamentare berlusconiano - e' un istituto di credito in salute, come ricordato proprio dai vertici umbri della Cgil, ed e' rimasta l'unica banca umbra che, mi auguro, possa continuare a restare tale''.

''Nel momento attuale - conclude Girlanda - tutto quello di cui non hanno certo bisogno i lavoratori, i risparmiatori e gli azionisti della banca e' una sorta di crisi pilotata dalla politica, in modo particolare sotto l'egida di una Cgil che ha ormai dato ampie prove di una preoccupante sconnessione con la realta' dell'impresa e del lavoro, come la recente vicenda della Fiat ha abbondantemente dimostrato''.

Una ''sconnessione'' – c’è da osservare – che proprio alla Fiat (azienda chiamata imprudentemente in causa da Girlanda) ha raccolto il consenso di una larga parte dei lavoratori che, come accade in questi giorni alla Bps, intendono vigilare e dire la loro su manovre che non riguardano solo gli azionisti, avendo diretta ripercussione  anche sul futuro dei dipendenti (famiglie comprese) e sullo sviluppo più generale del territorio.

Oltre tutto la recente uscita di Marchionne sul possibile trasferimento negli Usa della direzione Fiat sta ad attestare la giustezza della scelta della Cgil, ed in primo luogo della Fiom, di non piegarsi alla pretese dell’amministratore delegato del gruppo automobilistico torinese (per quanto ancora?), come hanno fatto invece tanti altri che erano “connessi” con Marchionne, governo compreso, e che sono stati da questi bellamente presi in giro.
 

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