“L’approvazione definitiva del ddl sulle pari opportunità che ha introdotto la doppia preferenza di genere nel regolamento elettorale dei Comuni, esortando anche le Regioni a promuovere la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive, impone alla nostra assemblea legislativa il dovere civico e politico di discutere la proposta di legge regionale, a mia firma, che intende introdurre, in Umbria, la possibilità per l’elettore di esprimere due preferenze per il Consiglio Regionale, purchè nei confronti di candidati di genere diverso”. Lo afferma, all’indomani del voto alla Camera, il consigliere Franco Zaffini, autore, nel 2011, di una proposta di legge elettorale regionale sottoscritta anche dalle consigliere Monacelli e Rosi.

 

“Non si tratta di riserve indiane, di quote rosa – spiega Zaffini – ma di garantire, concretamente, oltre che astrattamente, il paritario accesso di uomini e donne alle cariche elettive, secondo il principio del 50 e 50, ottenuto attraverso un sistema elettorale -aggiunge il consigliere – che mette in condizioni di parità di partenza entrambi i generi, premiando, alla fine, come è giusto che sia, chi riceve maggiori preferenze, sia esso uomo o donna. La differenza non è di poco conto: mentre le quote rosa garantiscono d’imperio parità in ‘arrivo’, e per tal motivo sono giustamente avversate, la nostra proposta garantisce pari condizioni in partenza per competere alla pari ”.

 

Secondo l’esponente d’opposizione “l’elemento della differenza di genere non è un mero dato numerico o statistico, ma si esprime soprattutto in termini di differente progettualità politica, a garanzia di parità effettiva nelle dinamiche delle istituzioni democratiche”. “In Umbria – afferma – nonostante la guida della Regione da molti anni sia affidata ad una donna, il genere femminile è gravemente sottorappresentato, contando appena cinque donne tra i trentuno consiglieri eletti nel 2010, una quota che, non solo è ben al di sotto della parità, ma addirittura è bel lontana dal parametro di rappresentanza di 1/3, sul quale il ddl appena approvato ha individuato la soglia minima per la validità delle liste elettorali comunali”.

 

“L’Umbria poteva rappresentare un modello per le altre Regioni, approvando per tempo la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere che giace negli archivi del Consiglio da quasi due anni – conclude Zaffini – ha scelto invece, nella persona della Presidente, di perpetrare il modello del ‘femminismo a parole’ che oggi ci regala l’annuncio di una legge di iniziativa della Giunta, nel concreto timore, quasi certezza, che si tratti dell’ennesimo testo costellato di affermazioni apodittiche, quanto inutili, o peggio ancora dell’introduzione delle ‘quote rosa’, relegate nei consigli di amministrazione delle partecipate e ben lontane dalla rappresentanza politica, di quelle riserve indiane che offendono l’intelligenza, la dignità e il coraggio delle tante donne quotidianamente impegnate ad affermarsi nella vita lavorativa e pubblica di questo Paese”.

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