PERUGIA- Il consigliere regionale Manlio Mariotti (Pd) interviene in merito al questionario distribuito dall'insegnante di religione agli studenti delle terze classi del liceo classico di Perugia, premettendo che “non sono in discussione l'autonomia dei metodi didattici nella scuola pubblica, ne la storia di un autorevole liceo e nemmeno i caratteri di un insegnamento laico e pluralista che lungo i 152 anni di esistenza ha saputo garantire il Mariotti. Non credo – osserva - siano questi i temi sollevati da chi ha posto interrogativi e fatto considerazioni sul questionario proposto dall'insegnante di religione e non penso che neanche dovrebbero essere queste le argomentazioni con le quali rispondere, soprattutto chi si e' sentito chiamato in causa, al confronto che si è aperto sulla vicenda”.

Secondo l'esponente del Partito democratico “quando ci trovamo ad affrontare argomenti eticamente sensibili e che investono i processi educativi e formativi dei nostri giovani, tutti dovremmo usare senso di responsabilità, discernimento e rispetto, in primo luogo per cercare di essere esempio e stimolo positivo nei loro confronti. Anche io prendo atto, come il sindaco di Perugia, che le motivazioni con le quali l'istituto scolastico e lo stesso insegnante hanno argomentato e contestualizzato la somministrazione del questionario escludono che l'iniziativa avesse intenzioni volte a coltivare pregiudizi o non contrastare l'insorgenza di cultura e atteggiamenti omofobi. Che anzi – sottolinea Mariotti - la stessa desuetudine della terminologia usata fosse una scelta consapevole per mettere a confronto le reazioni ed i comportamenti degli studenti in condizioni socio-relazionali e culturali profondamente diverse nel tempo. Come è da apprezzare e comprendere la reazione degli studenti che giustamente rivendicano un consapevole coinvolgimento nella partecipazione e sulle finalità del questionario proposto. Detto questo – si chiede - è possibile pensare che nel mentre nel paese e nello stesso Parlamento si sta portando avanti un difficilissimo confronto per contrastare l'intolleranza e la violenza contro i diversi orientamenti sessuali e per conquistare una legislazione europea contro l'omofobia, far svolgere nelle scuole un questionario nel quale l'omosessualità viene indicata come una colpa, grave o lieve che sia, è una scelta che può suscitare perplessità, sollecitare messaggi equivoci, stimolare non positivamente le reazioni psico-emotive degli alunni, o almeno di una parte di essi? Ed è possibile obiettare che nemmeno l'intento provocatorio di aprire un dibattito fra studenti giustifica del tutto il ricondurre al concetto di colpa una più o meno libera scelta scelta, un consapevole comportamento o invece una identità di persona e di orientamento sessuale da rispettare come tali?”.

“Può darsi – conclude Manlio Mariotti - che chi pensa ed obietta tutto ciò non abbia colto appieno il senso e lo spirito di quel questionario. Però se su un argomento così delicato si avverte una esigenza di chiarezza e di rassicurazione è bene cercare di evitare tanto le strumentalità quanto le chiusure e di discutarne liberamente e senza pregiudizi. Ne trarranno giovamento la formazione dei nostri giovani, il lavoro dei docenti, la credibilità delle nostre istituzioni, il livello di civiltà della nostra società”.

Condividi