di Gianluca Pozzi

PERUGIA - Il Pd Umbro è a un passo dal trovare una nuova stabilità interna dopo ancora le troppe divisioni interne per correnti - post-democristiani, popolari, diessini, veltroniani, franceschiniani e fassiniani - che hanno caratterizzato l'ultima campagna elettorale per le amministrative. Il bisogno di una maggioranza più ampia di quella uscita dal congresso che ha eletto a segretario Bottini si è già visto nelle ultime riunioni regionali dove tutti si sono compattati con la tesi del segretario - fatta eccezione per Verini, Agostini e quello che resta dell'area Stramaccioni - sul rilancio del partito - partecipazione e innovazione -, sulla questione morale interna - che non esiste, ma ci sono casi singoli che gli stessi singoli sapranno risolvere - e sul bisogno di una collegialità maggiore anche sui media - stop a dichiarazioni prima ancora che il partito ha preso una posizione ufficiale -.

Intorno all'area bersaniana di Bottini si stanno federando - pur restando distinti su alcuni temi etici e pratitici - l'area di fassino (Sereni, Bracco), quella di Area Dem (Bocci, Brega, Guasticchi, Tomassoni) e i popolari ternani come Polli e Liviantoni.  Non è un caso l'ultimo avvistamento, in una struttura perugina, del segretario Bottini con alcuni esponenti di area dem tra cui il Presidente della Provincia. Si cerca di fare un cartello con progetti concreti e sul ricambio generazionale.

Contro questo cartello potrebbero muoversi alcuni gruppi che da sempre criticano il modello Pd umbro (Stramaccioni in primis) ma allo stesso tempo anche coloro che sentono arginate le proprie ambizioni: tra qui diversi sindaci in scadenza e assessori regionali di prima nomina ma molto attivi. La Marini, dalla nuova maggioranza, verrebbe considerata super-partes. Quindi né nemica né alleata.

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