L'ennesimo suicidio nelle Carceri Umbre è un fatto grave e preoccupante. Dopo i ripetuti allarmi provenienti dalle Istituzioni Penitenziarie, dalle Forze di Polizia e dalle Istituzioni Umbre, rivolte al governo, niente è cambiato e l'aria nelle carceri umbre è sempre più pesante.

Tanto più preoccupante è la situazione ora che siamo entrati nel mese più difficile dell'anno, il mese di Agosto. Il momento è particolarmente delicato e andrebbe fatta un'azione di prevenzione particolare, soprattutto nei confronti di quei detenuti in disagio psichico che sempre di più affollano gli Istituti di Pena. Sappiamo che tale iniziativa è tanto più difficile quanto improbabile visto il periodo di ferie e di tagli alle ore di assistenti e psicologi che seguono la situazione.

Non possiamo comunque assistere silenziosi al degrado verso cui sta precipitando la condizione dei detenuti italiani, che si ripercuote anche nella nostra Regione. Il sovraffollamento è il problema più evidente (la particolare gravità della situazione delle strutture detentive dell’ Umbria, nelle quali sono ospitati ad oggi oltre 1700 detenuti, a fronte di una capacità di accoglienza di 700 detenuti è nota a tutti)ma non è l'unico. A rendere sempre più invivibile ed insopportabile la permanenza nella carceri è l'insieme dell'arretramento delle politiche rivolte alla popolazione detenuta:

- drastica riduzione delle ore lavorative per i detenuti interne al carcere (pulizie, riparazioni, ecc...). Riduzione che impedisce ai detenuti di procurarsi il sostentamento alle piccole necessità e che incide anche sulla vivibilità delle strutture che risentono di una minore pulizia ed igiene e di un sempre maggiore stato di tensione
- mancanza dei beni primari quali detersivi e prodotti per l'igiene personale che hanno impegnato le associazioni di volontariato per la fornitura e ricerca degli stessi...
- riduzione delle ore del personale esterno incaricato (psicologi, consulenti ecc...)
- riduzione del personale penitenziario dovuta allo stop del turn-over
- riduzione delle attività trattamentali e di reinserimento dovute alla riduzione dei Fondi Nazionali, all'assenza del Fondo Sociale Europeo (impiegato in altri capitoli), alla riduzione generale dovuta ai Tagli al Sociale delle risorse destinate a Regioni e Comuni, che colpiscono da subito i soggetti considerati "meno meritevoli" ossia i detenuti.

A fronte di questa situazione è urgente che la Regione apra un tavolo di confronto tra Enti Locali, Istituzioni Penitenziarie e Associazioni di Volontariato per: definire azioni di pronto intervento che tamponino l'emergenza, ricostituire l'Osservatorio Regionale sulla Condizione Penitenziaria e Post Penitenziaria, verificare i motivi del ritardo della nomina del Garante dei Diritti dei Detenuti (atteso da sette anni),verificare i risultati del trasferimento delle competenze sanitarie dal Ministero della Giustizia alla Regione, verificare lo stato di avanzamento della chiusura degli O.P.G. e del trasferimento alle Regioni del servizio, avviare iniziative strutturali destinate al trattamento ed al reinserimento socio-lavorativo dei detenuti in Umbria.

Per la Conferenza Volontariato Giustizia Umbria
la Presidente Federica Porfidi

 

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