In merito alle delucidazioni fornite dalla Dirigente scolastica dell’Istituto Casimiri, non possiamo che esprimere sgomento e confermare ogni nostra preoccupazione per l’avvio dell’anno scolastico per i 34 ragazzi e ragazze che saranno costretti a frequentare i corsi in una classe pollaio.

Ad essi ed ai loro genitori, la nota della preside non offre alcuna risposta e non indica alcuna soluzione che possa garantire loro un futuro scolastico all’insegna della qualità dell’offerta formativa e didattica, smentendo i parametri già alti fissati dai provvedimenti voluti dalla Gelmini per effetto dei suoi tagli alle risorse e agli organici. La classe pollaio è stata ormai composta e tale resterà, in assenza di altre scelte da parte degli studenti e dei loro genitori.

Non si pone ovviamente in discussione la professionalità del corpo docente che farà di tutto, secondo le migliori tradizioni di questa scuola, per alleviare al massimo le difficoltà che incontreranno gli alunni di Prima Liceo linguistico e per garantire comunque standards elevati di apprendimento e formazione, né si dubita delle competenze organizzative della dirigenza scolastica necessarie a pretendere qualità o a predisporre condizioni di sicurezza, ma si contesta un fatto evidente: per quanto grandi saranno questi sforzi il risultato non è scontato, non con una classe di ben 34 allievi tra cui vi è un alunno con certificazione di disabilità che richiederà maggiori sostegni ed aiuti, tra cui vi sono alunni dalle naturalmente differenti competenze di base e tra cui vi saranno iscritti di origine straniera che, avendo differenti competenze linguistiche, necessiteranno di adeguati impegni compensativi.

Il nostro intervento si è dunque mosso secondo queste preoccupazioni e nella considerazione inoppugnabile secondo cui le cosiddette classi pollaio ledono fortemente l’eguaglianza del diritto allo studio, pregiudicano per ovvi motivi la qualità dell’insegnamento e sono tra le cause principali dei fallimenti e degli abbandoni scolastici di molti studenti.

La considerazione finale che la dirigente scolastica fa sull’anonimato dietro cui si sarebbero nascoste le lamentele di alcuni di questi genitori è opportuna e condivisibile ma non ci si deve stupire più di tanto se si pensa che molto, troppo spesso e soprattutto in questi ultimi tempi così duri e difficili, i cittadini in carne ed ossa si sentano sempre più soli e sempre meno protetti al cospetto delle autorità e delle Istituzioni, anche nel caso in cui, come nella fattispecie, avanzano richieste legittime e difendono dei diritti sacrosanti, quelli dei loro figli.

Non vogliamo certo giustificare una prassi orribile come l’anonimato, invitiamo anzi questi genitori a rivendicare a viso aperto e ad alta voce i diritti dei loro figli e, se vorranno, non saranno mai lasciati soli in alcun frangente di lotta, ma immaginiamo che in questo caso e di questi tempi a Gualdo la molla della mobilitazione aperta e responsabile non riesca a scattare facilmente e in automatico. E quando si arriva a preferire l’anonimato per rivendicare dei diritti, ancorché per i propri figli, alla libera, responsabile e civile rappresentazione delle proprie istanze c’è qualcosa che non va, che non funziona e che va sviscerato, fino in fondo.

Le parole della preside sulla missione della scuola pubblica in fatto di corresponsabilità scuola-famiglie, partecipazione, integrazione, comunicazione e democrazia sono nobili e vanno apprezzate, ma non spiegano il perché in questo caso si sia agito sotto le spoglie dell’anonimato. Non vorremmo certo pensare che una ragione di questo comportamento sia la coincidenza del ruolo di un dirigente scolastico con quello di capogruppo del principale gruppo politico che sostiene l’attuale governo cittadino e che è lo stesso di cui la Gelmini è esponente di alto rango.

E non vorremmo certo pensare che un’altra ragione sia la solitudine di questi cittadini che non hanno trovato alcuna sponda, comprensione e sostegno in una pubblica amministrazione locale che non ha certo alcuna competenza di sorta nella formazione delle classi e nell’organizzazione delle nostre scuole, ma ha sicuramente il dovere istituzionale e politico di promuovere, di pretendere e di garantire il diritto allo studio delle giovani generazioni e la qualità dell’offerta formativa in tutte le realtà della rete scolastica locale.

Alle missioni individuate dalla preside con passione ed assoluta eleganza, noi ne vorremmo aggiungere un’altra: il compito per la Scuola della Repubblica a difendere se stessa dall’attacco a fondo che le ha mosso questo governo ed il suo ministro, in particolare ma non in esclusiva. Così non vorremmo pensare che quei “genitori illuminati, aperti al dialogo e all’ascolto, alla collaborazione propositiva e produttiva, al superamento dell’ottica individuale” richiamati ad esempio dalla preside possano coincidere con coloro che sono silenziosamente condannati a digerire lo scempio che si è fatto e si sta facendo della scuola pubblica di questo Paese e sono costretti a subire ogni suo effetto concretamente operante sul presente e sul futuro dei propri figli, dei nostri giovani, come se esso sia il frutto di una calamità naturale contro cui sarebbe vano opporsi.

E non vorremmo che quel “bene della collettività” altrettanto richiamato dalla preside possa essere scambiato con l’accettazione acritica di un provvedimento ingiusto quasi come se l’Ufficio Scolastico Regionale sia l’Arcangelo Gabriele, la spada della Divina Provvidenza chiamata a compiere il disegno del dio Gelmini.

E’ per questo che rilanciamo ogni nostra sollecitazione: si muovano Sindaco e Giunta e pretendano un incontro immediato con l’Ufficio scolastico regionale e con la direzione del Casimiri affinché si ripristini una situazione di legalità, si proceda ad un più regolare avvio dell'anno scolastico e si risolva il caso della classe pollaio del Linguistico. Almeno a livello locale, si difenda insieme la qualità delle nostre scuole, nella considerazione che il prossimo anno sarà peggio e gli effetti dei tagli della Gelmini si faranno sentire ancora di più, proprio per preservare i compiti più alti del sistema dell’istruzione e per garantire il diritto sacrosanto allo studio.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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