PERUGIA – “Prevedere la possibilità di svolgimento in ogni periodo dell'anno di referendum consultivi per l'istituzione di nuovi Comuni, per la fusione di Comuni esistenti o per la modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali”. È questa la modifica legislativa proposta dalla Giunta regionale relativamente alla legge regionale '14/2010' concernente la 'disciplina degli istituti di partecipazione alle funzioni delle istituzioni regionali', illustrata in Prima Commissione, presieduta da Oliviero Dottorini, da parte dell'assessore regionale Fabio Paparelli.

Il punto all'ordine del giorno riguardava la fusione dei Comuni dell'Alto Orvietano (Fabro, Ficulle, Parrano, Montegabbione e Monteleone) per la quale la Regione è chiamata ad indire il referendum consultivo richiesto dai Consigli comunali dei cinque Comuni in questione. Sull'iniziativa la Commissione di garanzia statutaria di Palazzo Cesaroni ha già espresso parere favorevole.

E sulla tempistica dell'indizione del referendum sono emerse indicazioni diverse. Poterlo effettuare prima delle prossime elezioni amministrative, è stato l'auspicio della Giunta regionale, per bocca dell'assessore Fabio Paparelli, e dei commissari di maggioranza, unitamente a Raffaele Nevi (Fi); andare oltre l'appuntamento elettorale, per approfondire ulteriormente la tematica è stato invece l'auspicio di Andrea Lignani Marchesani (Fd'I), Sandra Monacelli (Udc) e Massimo Monni (Ncd) che hanno chiesto al presidente della Commissione, Dottorini, di programmare una audizione con i soggetti interessati. Richiesta che era stata espressa in apertura dei lavori anche da Damiano Stufara (Prc-Fds). Per questo, per il prossimo lunedì 3 marzo sono stati invitati a Palazzo Cesaroni, circa le modifiche legislative previste dalla Giunta regionale, tutti i soggetti interessati, istituzionali e comitati dei cittadini.

Nel corso dei lavori sono stati presentati tre emendamenti. Due dal presidente della Commissione, Oliviero Dottorini (Idv): il primo riguarda la possibilità di far rientrare, nella modifica proposta dalla Giunta, tutte le tipologie di referendum riguardanti sia quelli consultivi che abrogativi, in subordine (secondo emendamento) che vengano  almeno compresi quelli consultivi. Dottorini ha quindi fatto sapere che, in seguito, proporrà una modifica statutaria che preveda la possibilità di mettere in atto referendum consultivi anche di iniziativa popolare e non solo istituzionale. "La celebrazione di referendum è di fatto impossibile in Umbria - ha spiegato Dottorini -. Non potendo svolgersi in concomitanza di altre consultazioni elettorali, di fatto se ne rende impossibile la realizzazione. Provocatoriamente potremmo dire che tanto varrebbe cancellarli dalla nostra legislazione, almeno non ci copriremmo dietro il velo dell'ipocrisia. Per questo dobbiamo modificare la legge e mettere i cittadini nelle condizioni di poter utilizzare questo istituto democratico di partecipazione". L'altro emendamento è stato presentato da Luca Barberini (Pd) che, in sostanza, prevede, per la validità del referendum, il raggiungimento del quorum degli aventi diritto (50 per cento più uno) e per l'approvazione la maggioranza dei voti espressi.

In apertura dei lavori, l'assessore Paparelli ha ripercorso le tappe principali che hanno portato alla richiesta del referendum da parte delle cinque municipalità dell'Orvietano e, nel rimarcare come sia un “obbligo della Regione far svolgere il referendum” ha proposto alla Commissione, trovando unanime consenso, la rimodulazione del quesito in due parti: “Volete che venga istituito un nuovo Comune mediante la fusione dei Comuni  Fabro, Ficulle, Parrano, Montegabbione e Monteleone di Orvieto?; Volete che la Regione Umbria dia seguito al processo di fusione esclusivamente nei Comuni contigui dove l'esito referendario sia favorevole?”.

Damiano Stufara ha definito di “grande rilevanza  istituzionale, politica e sociale l'iniziativa dei cinque Comuni. Ma tutto ciò va affrontato con la consapevolezza di chi è investito da potestà legislativa. È un tema da trattare con delicatezza e serietà, evitando un'eccessiva fretta, ma anche un'azione dilatoria. Serve una discussione approfondita ed adeguata ed è chiaro che dovrà essere rispettata la volontà dei cittadini che emergerà dal referendum. Auspico che la modifica legislativa proposta dalla Giunta possa riguardare tutti i referendum e non solo quelli riguardanti la fusione dei Comuni. Nei territori interessati dalla fusione si sta sviluppando una appassionata dialettica che porta anche alla manifestazione di dee diverse da quelle dei sindaci. Per questo è importantissima una audizione con tutti i soggetti interessati”.
Renato Locchi (Pd): “Il nostro gruppo è favorevole alle proposte della Giunta regionale. Quella dei cinque Comuni dell'Orvietano è una iniziativa di grande qualità. L'auspicio è che in quest'ottica entrino anche altri territori. È lontanissimo da noi ogni potenziale ostacolo all'espressione dei cittadini attraverso referendum”.
Andrea Lignani Marchesani (Fd'I): “Se la volontà è quella della fusione va pienamente rispettata, anche se credo che per le elezioni del sindaco del Comune unico bisognerà, per situazioni oggettive, attendere la primavera del 2015. Non ci deve essere fretta, il referendum  può essere tranquillamente tenuto dopo le prossime elezioni amministrative. L'atto deve avere il suo giusto iter in Commissione, passando per una specifica audizione ed approdare in Aula nei tempi e nei modi previsti nei regolamenti”.

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