L'Anci stoppa il decreto. Chiamparino: "Troppe incertezze per il futuro". Bossi rilancia: "O passa o si va alle urne. Io e Berlusconi siamo d'accordo, passa al 100%". Il Pd ha deciso: "No a questa versione, tradito lo spirito"


"Ieri abbiamo sancito che se non si passa il federalismo, si va al voto. Berlusconi è d'accordo. Ma passa al cento per cento". Umberto Bossi, leader della Lega Nord, sintetizza così l'esito della riunione di ieri notte (19 gennaio) con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma il percorso della legge non sarà facile. Oggi (20 gennaio) è arrivato l'altolà dei Comuni. "Così non va assolutamente", ci sono "molte incertezze su numerosi punti fondamentali per la vita dei Comuni italiani", ha detto il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino: "Preghiamo il governo - ha precisato di apportare gli opportuni chiarimenti quanto prima".

A suo giudizio, infatti, il provvedimento licenziato dal ministro Calderoli e ora all'attenzione della commissione bicamerale per il federalismo "è dominato da confusione e incertezza, che probabilmente sono il prodotto dell'attuale fase politica che governo e Parlamento stanno vivendo". Il presidente dei sindaci si è detto comunque disponibile all'apertura di una fase di interlocuzione in conferenza unificata. "Se però - ha avvertito - il governo dovesse dire no a questa ipotesi, preferendo il solo iter parlamentare, allora l'Anci non si schiererebbe per evitare inaccettabili torsioni politiche".

Ecco le richieste dell'Anci: sbloccare, da subito, della possibilità di modificare o introdurre l'aliquota dell'addizionale comunale all'Irpef; prevedere che l'incremento di gettito dei tributi devoluti resti nei Comuni dove esso è prodotto; prevedere l'immediata possibilità di applicare il contributo di soggiorno per tutti i Comuni - compresi i più piccoli, che spesso fanno registrare flussi turistici piu' alti rispetto a municipi più grandi - e riportarlo ai valori individuati nella legislazione vigente; stabilire modalità che consentano di decidere congiuntamente (governo, Parlamento e Comuni) le aliquote di compartecipazione ai tributi immobiliari, all'Irpef e alla cedolare secca, nonché di avere certezza e stabilità per l'aliquota dell'Imup da fissare nel decreto; definire un quadro dettagliato del fondo perequativo con particolare riferimento alle modalità di finanziamento dello stesso; consentire una effettiva analisi della base imponibile e del gettito dell'Imup come modificata nella nuova versione, con conseguente aliquota di equilibrio; consentire una rapida definizione della disciplina su Tarsu e Tia, salvaguardando il ruolo e le funzioni dei Comuni in tema di gestione dei rifiuti.

Intanto il Pd trova una posizione comune in vista del voto in commissione bicamerale e decide che, se il testo resta così, voterà no. 'La nuova formulazione del decreto è peggiore della precedente, di fatto un tradimento dello spirito del federalismo": questa, a quanto si apprende da fonti d'agenzia, la valutazione fatta in una riunione, ieri sera, tra il segretario Pier Luigi Bersani, i parlamentari competenti, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e quello dell'Anci Sergio Chiamparino.

 

Da controlacrisi.org

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