di Puplum.it

Il Sole 24 Ore pubblica i dati relativi alle presunte frodi contestate sul RdC: 8 milioni in 4 anni. Una cifra irrisoria se paragonata all’evasione fiscale e all’economia sommersa. In Umbria costituisce il 16,3% del PIL regionale ovvero circa 14 miliardi di euro nello stesso arco temporale.

Il Reddito di Cittadinanza è stato abolito, ma continua senza tregua la guerra contro questo strumento. Parte della politica e dell’informazione, infatti, continuano ad alimentare la narrazione di una misura a favore di “furbetti” e divanisti. Il Corriere dell’Umbria ha addirittura titolato in prima pagina: “Ci hanno rubato 8 milioni”. Ma è davvero così?

Il Corriere riporta le cifre dell’indagine de Il Sole 24 Ore che ha elaborato i dati sugli interventi della GdF nell’arco dei 4 anni da aprile 2019 al primo semestre 2023. In primo luogo è doveroso specificare che i dati sono riferiti a “contributi indebitamente percepiti o richiesti ma non ancora riscossi”. Senza scorporare quindi l’una e l’altra voce. Riferendoci sempre all’Umbria, all’interno dell’ammontare totale dei 7.884.727 euro indicati come “frode accertata”, de facto, vengono quindi ricompresi anche contributi mai erogati dallo Stato ma solo indebitamente richiesti.

In secondo luogo questa cifra si riferisce a contestazioni della Guardia di Finanza e non a sentenze definitive passate in giudicato. Contestazioni che potrebbero rivelarsi finalizzate con dolo a una vera e propria truffa ai danni dello Stato oppure no. Semplicemente dei meri errori di comunicazione e compilazione o perdita dei requisiti per ragioni formali con assoluzioni a formula piena. È bene ricordare infatti che la richiesta di accesso al beneficio avveniva sistematicamente tramite CAF.

Se vogliamo guardare con sguardo oggettivo a questi dati, non possiamo far altro che riscontrare come in verità siano l’evidenza dell’efficacia delle misure di controllo sul Reddito di Cittadinanza. Misure che addirittura hanno messo in condizione la Guardia di Finanza di poter intercettare le frodi prima che il contributo venisse erogato.

Ciò che soprende davvero, però, è vedere il doppiopesismo applicato da una parte verso politici o imprenditori e dall’altra verso i poveri. I primi beneficiari di un garantismo a priori, i secondi condannati senza appello al ruolo di truffatori ed imbroglioni.

Facendo una media e allargando lo sguardo, le frodi attraverso il Reddito di Cittadinanza in Umbria sarebbero costate allo Stato 2 milioni di euro l’anno. Circa il 2% dell’ammontare totale del costo della misura. Percentuale sicuramente in eccesso ricordando che il totale delle presunte frodi comprende anche quanto richiesto e non erogato. Ma cosa rappresenta in concreto questa cifra?

Secondo i dati del MEF relativi al 2022 in Umbria l’economia sommersa, costituita da evasione fiscale e lavoro irregolare, costituisce il 13,6% del PIL. Sesta regione in Italia, ben +4,2% sopra la media nazionale. Facendo un rapido conto, una cifra ben 1700 volte superiore alle presunte frodi sul Reddito di Cittadinanza.

Lo stesso MEF ci dice che di questa cifra il 5,4% è composto da lavoro irregolare ovvero oltre 1 miliardo di euro. Calcolando una media assolutamente al ribasso quantificata in un 23% di mancato gettito fiscale, possiamo valutare tale impatto in 230 milioni di evasione sul lavoro nero nella sola Umbria.

Quantificando in 388 milioni il costo complessivo di 4 anni di Reddito di Cittadinanza in Umbria, questo ha pesato sulle casse pubbliche meno della metà dei 920 milioni di euro frodati attraverso il lavoro nero.

Una cifra destinata sicuramente a crescere nei prossimi mesi dopo la cancellazione del Reddito. Un esercito di circa 2500 persone gettate nella più totale disperazione e senza alcun sostegno di politiche attive per entrare nel mondo del lavoro, pronte ad accettare qualsiasi condizione per poter sopravvivere. Un fenomeno quello dell’occupazione sommersa che si porterà dietro gravi conseguenze per il mancato rispetto di diritti fondamentali come quelli della sicurezza sul luogo di lavoro.

Arriviamo alla domanda conclusiva: perché Governo, Regioni e stampa non rivolgono verso evasori e sfruttatori la stessa attenzione che dedicano ai “furbetti” del Reddito?

Fonte: Puplum.it
 

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