È da un anno che continuiamo a sentire che l’invio di armi sempre più sofisticate in Ucraina “è necessario per proteggere un popolo aggredito”, che “serve per far finire la guerra”, “per arrivare prima alle trattative”.

È da un anno che, nonostante siano state inviate armi difensive, poi offensive, poi i grandi sistemi d’arma, nulla di tutto ciò si è avverato. È sotto gli occhi di tutti: sono aumentati i morti e feriti, anche tra i civili, sono aumentati i profitti per le aziende che producono e commerciano armi, è aumentato il rischio che il conflitto si espanda al di fuori dei confini ucraini.

L’accelerazione militare decisa ieri con l’invio dei carri armati Leopard 2 e Abrams all’Ucraina rappresenta di fatto un allargamento del conflitto e alimenterà un’escalation della guerra che potrebbe avere esiti devastanti per tutti, compreso l’utilizzo delle armi nucleari.

Se non vogliamo raggiungere il punto di non ritorno, dobbiamo trovare un’altra strada.

Dobbiamo chiedere ciò che serve davvero: un cessate il fuoco, trattative, una conferenza internazionale di Pace.

Così si legge in una nota diffusa da Emergency 

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