Periodici ritardi nel pagamento degli stipendi, mancato versamento dei contributi presso l’ente bilaterale, per la sanità integrativa e per i fondi di previdenza complementare: è una situazione ormai insostenibile quella che si trovano a vivere le 36 lavoratrici e lavoratori dei depositi Postel di Scanzano e Bastia Umbra, due siti nei quali vengono stoccati a archiviati documenti sensibili dei cittadini e delle aziende italiane. 
A denunciarlo i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche le delegate e i delegati dei due siti umbri. “I continui cambi di appalto - dicono Silvia Cascianelli (Filt), Matteo Cappannelli (Fit) e Giulia Valentini (Uiltrasporti) - non consentono da un lato di investire sul futuro di queste importanti attività, la cui professionalità è stata certificata anche dalle Soprintendenze archivistica e dei Beni culturali, e dall’altro creano continua precarietà per le lavoratrici e i lavoratori che si trovano costantemente in bilico”. 
Quello che chiedono i sindacati, dunque, è stabilizzare e investire sul futuro di questi siti, sui quali invece Postel non ha investito preferendo ricorrere alla logica del massimo ribasso per risparmiare sul lavoro anziché investire nella professionalità di lavoratrici e lavoratori che ormai da molti anni sono una risorsa per il territorio. Da qui la richiesta di internalizzare i rapporti di lavoro con contratti fulltime e la corretta applicazione del Ccnl di riferimento, il ‘merce e logistica’. “Basterebbe soltanto mettere in pratica quello che Postel scrive nel suo Codice etico rispetto ai propri lavoratori per risolvere una situazione di precarietà che va avanti da troppi anni”, dicono i sindacati. A questo punto Filt, Fit e Uiltrasporti attendono una risposta da parte dell’azienda già dai primi giorni del 2024, “una risposta che non può essere elusa”, concludono i sindacati.
 

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