Pubblichiamo volentieri la nota stampa diramata sulla missione a Gaza:

"Ringraziamo AOI e tutte le ONG che lavorano a Gaza e in Cisgiordania e che hanno organizzato questa missione a Rafah a cui abbiamo aderito. Questa è la più grande delegazione di società civile e parlamentari che si spinge fino al valico di Rafah: insieme alle operatrici e agli operatori delle ONG ci sono 15 parlamentari, ci sono giornalisti, sindacalisti e accademici. E' una delegazione che rappresenta il Paese che dice basta al massacro a Gaza e chiede la liberazione degli ostaggi. Gaza oggi è una grande trappola di morte da cui non si esce e in cui non si entra e questa situazione non può lasciare nessuno indifferente. Una tale drammatica situazione non ha precedenti. Per questo abbiamo deciso di partire scortando i convogli di aiuti organizzati da AOI grazie a migliaia di donazioni private, spingendoci fino al valico di Rafah: per gridare il nostro dissenso contro l'azione terroristica di Hamas, contro l'operato del governo Netanyahu che sta compiendo un massacro di civili e anche per esprimere tutta la nostra vicinanza alla popolazione di Gaza. Noi riteniamo che il cessate il fuoco approvato dalla Camera debba avere un seguito nell'azione del Governo italiano e finora non è accaduto. Questo è molto grave: dopo che per ben due volte l'Italia si è astenuta all'Assemblea generale dell'Onu, finalmente il Parlamento ha dato un indirizzo chiaro e l'esecutivo deve rispettarlo. Riguardo ai crimini commessi in questi mesi, non sta a noi decidere quali siano e quanti siano, c'è la Corte internazionale di giustizia che se ne sta occupando. Noi abbiamo il dovere di sostenere la legalità internazionale, di assicurare che i governi collaborino con la Corte di Giustizia internazionale, dando seguito alle rilevanze che emergeranno dall'indagine. Così come dobbiamo assicurarci che le azioni investigative si possano svolgere a Gaza e in Cisgiordania per fare luce sui crimini commessi. Chiediamo anche al governo italiano di ripristinare i finanziamenti all'Unrwa che dal 1950 assiste 5 milioni di profughi a Gaza, in Cisgiordania, in Siria, in Libano e in Giordania. Unrwa è un sistema non sostituibile pensato per dare una risposta allo spostamento forzato della popolazione che seguì alla Nakba, nel 1948. Se Unrwa dovesse cessare le sue attività per mancanza di fondi, le conseguenze ricadrebbero su milioni di palestinesi che non avrebbero nessuna altra forma di assistenza e questo destabilizzerebbe l'intera regione. Chiediamo, infine, il riconoscimento dello Stato di Palestina, e che questo diventi un tema centrale nell'agenda dell'Unione Europea, perché lo slogan "due popoli e due stati" non ha senso alcuno se manca lo Stato di Palestina". Lo hanno dichiarato Stefania Ascari, coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per la pace tra Israele e Palestina, Laura Boldrini, deputata Pd e Angelo Bonelli, deputato AVS alla conferenza stampa di presentazione della missione a Rafah. La delegazione delle parlamentari e dei parlamentari è composta da: Stefania Ascari, Deputata M5S; Carmela Auriemma, Deputata M5S; Dario Carotenuto, Deputato M5S; Arnaldo Lomuti, Senatore M5S; Laura Boldrini, Deputata Pd; Arturo Scotto, Deputato Pd; Rachele Scarpa, Deputata Pd; Sara Ferrari, Deputata Pd; Ouidad Bakkali, Deputata Pd; Alessandro Zan, Deputato Pd; Andrea Orlando, Deputato Pd; Valentina Ghio, Deputata Pd; Nicola Fratoianni, Deputato AVS; Angelo Bonelli, Deputato AVS; Francesco Mari, Deputato AVS

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