Chissà se Matteo Renzi, quando è andato a trattare con Berlusconi sull’Italicum, immaginava che le sue manovre sulla legge elettorale avrebbero messo in moto una reazione a catena capace (almeno stando ai sondaggi di questo periodo) di consegnare la vittoria ad un nuovo centrodestra (non quello di Alfano, ovviamente, ma quello che vede insieme Forza Italia, Lega, alfaniani e, a gran richiesta, Casini) redivivo e più forte che pria. Se non lo ha fatto, rischia di pagarne amare conseguenze.

Il ritorno del figliol prodigo centrista nella casa di Berlusconi non è frutto del caso. Nel momento in cui, infatti, con l’Italicum elaborato dal duo Renzi-Berlusconi le possibilità di veder nascere un terzo polo moderato vengono spazzate via (l’unico in grado di reggere l’urto dello sbarramento sarebbe Grillo), al furbo Casini è balzato subito agli occhi che l’unico modo per sopravvivere (politicamente parlando) è lasciare al suo destino Scelta civica (progetto di fatto fallito) e allearsi con l’amico-nemico (facendo oltretutto tirare un bel sospiro di sollievo Oltretevere). Con il che la vittoria di Berlusconi alle prossime elezioni addirittura al primo turno diventa molto più concreta. 

E al Cavaliere, che è uomo pragmatico, la cosa garba molto. Garba a tal punto da mettere la sordina alle reazioni non esattamente di giubilo che dentro Forza Italia (da Carfagna a Santanché a Fitto alGiornale) hanno accompagnato il “ritorno” di Casini. E così Berlusconi scende personalmente in campo per difenderlo: «In questi giorni non ho condiviso gli attacchi a Pierferdinando Casini, il cui ritorno nell’area dei moderati è da sempre stato da me auspicato e del quale non posso che esserne lieto, ritenendo che anche il suo movimento potrà offrire un reale contributo alla vittoria del Centrodestra».  La sostanza, insomma, è questa. E ben lo sa Alfano (probabilmente non colto di sorpresa) che accoglie Casini a braccia aperte: «Gli diciamo di cuore un bentornato nel centrodestra e tra le forze politiche alternative alla sinistra. Siamo pronti a lavorare in questa direzione e crediamo che questa sia una direzione che può rafforzare il centrodestra italiano e portarlo a vincere contro la sinistra alle prossime elezioni politiche». 

La mossa di Casini rinvigorisce il centrodestra e al contempo manda in subbuglio la squadra parlamentare di Scelta Civica, ancora raccolta intorno a Mario Monti dopo l’uscita dei «governativi» che hanno fondato i Popolari per l’Italia. Linda Lanzillotta, senatrice di Sc, ha detto chiaro e tondo che la mossa di Casini era preannunciata e ha chiesto agli scissionisti se se la sentono di tornare sotto l’ala protettrice del Cavaliere. Andrea Oliviero e Lorenzo Dellai, leader dei popolari per l’Italia, rispondono enigmatici: «Decideremo quando la rivelazione di Casini sarà assunta come ragionevolmente definitiva».

Si vedrà. Certo è che l’Italicum, prima ancora di essere ufficialmente legge, sta già ricompattando il centrodestra attorno a Berlusconi, mentre nel campo del centrosinistra provoca divisioni, persino all’interno del Pd. Il tutto mentre Renzi prosegue sulla strada veltroniana di fare terra bruciata a sinistra: con chi farà alleanze quando si tratterà di raggiungere il 37 per cento? O pensa di fare tutto da solo?

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