TERNI - C'è anche la Camera di commercio di Terni tra i 18 enti camerali che, dopo il ricorso comune al Tar del Lazio contro la riforma 2016 che ne prevede l'accorpamento, rischiano ora il commissariamento attraverso una norma specifica del decreto Crescita in corso di conversione al Senato.

 In una nota la stessa Camera di commercio sostiene "fermamente la propria contrarietà ai commissariamenti, che comporterebbero sui territori coinvolti notevoli difficoltà".

Per il presidente, Giuseppe Flamini, l'atto che prevede il commissariamento, paventato nelle ultime ore dal Governo su input diretto del ministero dello Sviluppo economico e di Unioncamere, rappresenta una "grande forzatura dal momento che nessuno ne era a conoscenza".

"Ritengo - continua Flamini - che si stia consumando un ulteriore strappo al dialogo istituzionale che da tempo le 18 Camere di commercio coinvolte stanno cercando di ricostruire sulla vicenda".

Per la Camera di commercio di Terni, si legge ancora nella nota, "commissariare gli enti camerali che non abbiano concluso il processo di accorpamento entro il 31 marzo 2020, così prevederebbe l'emendamento in discussione al Senato, comporterebbe il conseguente azzeramento di consiglio, giunta e presidente e quindi della rappresentanza del sistema economico locale".

A fronte della questione di incostituzionalità della riforma di accorpamento sollevata dai 18 enti dinanzi al Tar, inoltre, visto il percorso "ancora pendente dinanzi alla suprema Corte - conclude la nota , il commissariamento si configura come un atto illegittimo, che crea intorno alle Camere di commercio un quadro normativo ancora più confuso". 

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