PERUGIA - “L'Umbria è stata discriminata per una scelta politica e sindacale e per l'incapacità del Ministero del Lavoro di applicare il principio di uguaglianza. I lavoratori dei siti industriali umbri sono stati più esposti, e non hanno avuto la stessa sorveglianza sanitaria dei dipendenti delle fabbriche appartenenti agli stessi gruppi industriali presenti in altre regioni italiane”, ha dichiarato il presidente dell'Ona, l'avvocato Ezio Bonanni in apertura del suo intervento nel corso dell'audizione della II Commissione della Regione Umbria, presieduta dall'onorevole Eros Brega.

Oggetto dell'audizione è stata la discriminazione dei lavoratori Delle fabbriche della Thyssenkrupp di Terni, della SGL Carbon di Narni, delle Officine Grandi Riparazioni di Foligno e degli altri grandi siti umbri, ai quali sono stati riconosciuti i benefici previdenziali solamente fino alla data del 31 dicembre 1992.

“Si tratta di un'ingiustizia inaccettabile: i benefici amianto riconosciuti dal Governo per lavoratori esposti ad amianto in diversi siti industriali italiani, tra cui quelli della Thyssenkrupp di Torino fino alla data del 2 ottobre 2003, non sono stati invece previsti per i lavoratori dei siti dell'Umbria, per i quali i benefici si fermano alla data del 31 dicembre 1992, nonostante l'amianto sia rimasto presente fino a tempi molto più recenti e in alcuni casi, presente a tutt'oggi”, ha spiegato l'avvocato Bonanni.

“Il diritto ai benefici amianto non può essere considerata come una gentile concessione, frutto di una concezione feudale del diritto. Il beneficio amianto, che in realtà è una forma di risarcimento da parte dello Stato colpevole di non aver tutelato i lavoratori, deve essere anche a loro riconosciuto fino al 2 ottobre 2003, tanto più tenendo conto che i lavoratori di identici siti in altre regioni hanno ottenuto il riconoscimento fino a quella data e quindi c’è stato un prepensionamento quasi completo di tutti i lavoratori dell’amianto”.

Sentito dai membri della Commissione anche il Direttore Generale del Ministero del Lavoro Paolo Pennesi, il quale ha dichiarato che il ministro Poletti “sarebbe stato disponibile a valutare la possibilità di correggere le differenze previste negli atti di indirizzo tra i lavoratori di regioni diverse”, ma che non si andò avanti perché “né l'azienda né i sindacati risollevarono il problema”.

“Non si può accettare il fatto che un Ministero superi le ingiustizie solamente dietro sollecitazioni di altri soggetti: questo significa che c'è una responsabilità da parte dello Stato, sotto diversi profili che già conosceva il pericolo”, ha commentato il presidente Ezio Bonanni. “Infatti l'amianto doveva essere già bandito da decenni e questo avrebbe impedito le esposizioni, le malattie e quindi le morti. Ed ora discrimina i lavoratori umbri.

L'Osservatorio Nazionale Amianto ha poi formulato alcune richieste: “Chiediamo al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti di integrare l'atto di indirizzo, redatto nel 2001 che sancì questa discriminazione, aggiungendo i siti non inseriti, come già fatto anche per altri casi. E chiediamo alla Regione Umbria di farsi portatrice di questa istanza presso il Ministero, perché su questo territorio è stato leso, oltre che il diritto alla salute anche quello all'indennizzo contributivo per il prepensionamento”.

“Questa audizione è un ottimo punto di partenza e ringrazio il presidente dell'audizione Eros Brega e soprattutto il consigliere regionale Andrea Liberati del Movimento 5 Stelle”, ha dichiarato il Coordinatore regionale Ona Niccolò Francesconi. “Non ci devono essere morti di serie A e di serie B, né aziende di serie A e di serie B, non ci devono essere lavoratori tutelati e altri non presi in considerazione. Ogni cittadino deve essere tutelato e per questo abbiamo richiesto un interessamento da parte della Regione Umbria, riguardo non solo il tema amianto ma anche la sicurezza sul lavoro tutta. Speriamo che questa audizione abbia un seguito reale grazie alla collaborazione di tutto coloro che vogliono realmente la bonifica di tutti i siti con amianto della Regione Umbria”, conclude Francesconi.

All'incontro organizzato dall'Ona, presente anche l'on. Tiziana Ciprini, deputata del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un'interrogazione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. “Chiediamo al Governo maggiore chiarezza sulla questione legata ai benefici amianto nel sito Thyssenkrupp e, in special modo, sui motivi per i quali, nonostante la presenza del minerale killer fino ai tempi più recenti, le facilitazioni siano state riconosciute solo fino ai primi anni ’90, anziché fino al 2003. Richiediamo, inoltre, il prepensionamento di tutti i lavoratori, oltre alla sorveglianza sanitaria, poiché il dato epidemiologico testimonia un gran numero di patologie. Richiediamo al Governo di verificare anche l'eventuale presenza di residui di amianto nei poli industriali coinvolti e, soprattutto, di sanare questa iniqua disparità con iniziative mirate affinché vi sia, da parte degli enti competenti, il riconoscimento dell'esposizione all'amianto dopo il 1992”, conclude la parlamentare pentastellata.

“L'aspettativa di vita non può essere discriminata. Quello che è stato fatto per gli altri poli a rischio in Italia deve essere fatto anche per i siti in Umbria”, ha dichiarato l'onorevole Claudio Ricci del Pdl. “Grazie all'audizione di oggi abbiamo acquisito una maggiore consapevolezza sulla tematica. Prendo l'impegno, insieme al consigliere Andrea Liberati, come II Commissione ad acquisire tutti gli atti che riguardano l'Umbria, utili ad elaborare una risoluzione che auspichiamo sia approvata all'unanimità dall'Assemblea legislativa, e a tracciare le linee guida per una legge regionale”.

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