A Gaza, dove un’intera popolazione viene equiparata a un obiettivo militare e costretta a movimenti forzati, è stato screditato lo spirito stesso del diritto internazionale umanitario, mentre diventa totalmente irrealistico un efficace dispiegamento degli aiuti.

A Gaza, oggi, non c’è un posto sicuro. Anche l’eventuale presenza di combattenti tra i civili non giustifica mai la trasformazione di un’intera area urbana in obiettivo militare. Un ospedale, un’ambulanza non dovrebbero mai essere un target, ma questi attacchi accadono quasi ogni giorno e si stanno ancora intensificando.

“La situazione è catastrofica”, ci dicono dottori e infermieri che operano ad Al Shifa. E a Gaza le strutture mediche sono colpite due volte: dai bombardamenti e dalla mancanza di gasolio, elettricità e farmaci essenziali, che alla fine ne causano la chiusura. Rendere insicure le strutture sanitarie, concepite per offrire cure e salvare vite, è un attacco diretto ai principi fondamentali del diritto umanitario internazionale e all’umanità.

Noi siamo pronti ad aumentare la nostra risposta a Gaza con l’invio di nuovi team e forniture mediche. Ma qualsiasi sforzo sarà insufficiente o inutile senza un cessate il fuoco immediato!

 

Nota diffusa da  Medici Senza Frontiere (di Monica Minardi, Presidente MSF Italia)

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