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Croazia, Polonia, Albania, Slovenia, Romania, Ungheria. Sono queste le mete scelte da un sempre maggior numero di italiani che vi si recano per effettuare cure odontoiatriche a costi accessibili. Con l’impennata dei prezzi e il crollo del potere di acquisto di salari e pensioni anche curarsi i denti diventa un lusso per pochi. Da qui nasce un nuovo tipo di turismo “medico” che consente ai pazienti di risparmiare in media fino al 50 per cento rispetto ai dentisti italiani. Singolare l’offerta promozionale per i pensionati iscritti allo Spi – Cgil che da Trieste organizzano gite verso la Slovenia a dir poco particolari: nel pacchetto infatti, insieme alle ordinarie visite guidate alle bellezze storico – artistiche, sono comprese visite ed interventi vari per la cura dei denti. 45 euro per un otturazione, 620 una protesi di 14 denti, 800 per un impianto al titanio, costi che giustificano l’aumento degli italiani che si recano all’estero per cure di questo tipo. Ciò confrema quanto riportato nel recentissimo rapporto “Sanità 2007” del Ceis nel quale si afferma che il 4,1% delle famiglie italiane è stato costretto a contrarre debiti per far fronte ad urgenti ed indispensabili cure mediche e che sono in particolare quelle di natura odontoiatrica che hanno inciso maggiormente sui bilanci dei nuclei familiari a più basso reddito, talvolta dissestandoli irreparabilmente. Si tratta della seconda causa di indebitamento degli italiani dopo la casa. E le promesse di Berlusconi del 2002 a proposito di 800 mila dentiere gratuite? Aria fritta, a fronte delle 7000 pagate con il contributo della Regione Lazio a patto di avere 65 anni di età e solo cinque denti. Rifondazione Comunista dell’Umbria aveva già da tempo e ben prima delle stime ufficiali sollecitato la creazione di un servizio pubblico per l’erogazione a largo raggio di queste prestazioni, al costo previsto dal tariffario ufficiale predisposto dal ministero della Salute. Per questo è stata promotrice della legge regionale per un’odontoiatria pubblica di qualità, approvata dal Consiglio Regionale, ed iniziativa che ha fatto proseliti anche in altre realtà (vedi appunto la Regione Lazio). L’intervento pubblico in tema di assistenza odontoiatrica è praticamente simbolico e ciò spiega come mai, tanto a livello nazionale che a quello locale, si sia registrata negli anni scorsi una crescita abnorme degli studi medico-dentistici privati che, rispetto al prezzario statale, applicano tariffe fino cinque volte superiori. Per questo riteniamo urgente l’applicazione della legge sull'espansione del servizio odontoiatrico regionale da noi presentata per abbattere i costi di un servizio che in Umbria è tra i più richiesti e soprattutto perché garantisce uno studio professionale in ogni presidio sanitario territoriale. Non vorremmo che anche l’Umbria venisse interessata dal fenomeno del pendolarismo odontoiatrico che si sta espandendo a macchia d’olio in Italia e in Europa. Riteniamo invece che sia un diritto di tutti gli umbri curarsi nella propria Regione senza indebitare se stessi e le proprie famiglie. Stefano Vinti Condividi