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PERUGIA – La Provincia di Perugia ha a disposizione 42 milioni e 827.000 euro per il triennio 2007-2009 per attuare i progetti e le iniziative previste dal nuovo Programma delle politiche del lavoro, della formazione e dell’istruzione. Il Documento, contenente gli indirizzi per il triennio in questione, oltre che un bilancio dell’attività svolta nel periodo precedente (2000-2006), è stato sottoposto ieri al voto del Consiglio provinciale che l’ha approvato con 20 voti favorevoli e 4 astensioni (quelle dell’opposizione). Si tratta, come illustrato in aula dall’assessore provinciale competente, Giuliano Granocchia, della “declinazione a livello locale degli obiettivi che a livello comunitario l’Unione Europea ha dettato per il 2007-2013 in materia di lavoro, formazione e istruzione”. Un piano di azioni ed interventi volto al miglioramento della qualità dei servizi per il lavoro, la formazione l’istruzione, che ha come punto focale – per usare le parole di Granocchia – le esigenze e le aspettative dell’utenza nella sua più ampia differenziazione (giovani studenti, disoccupati iscritti ai Centri per l'Impiego, fasce deboli, lavoratori, imprese e amministrazioni pubbliche). Del resto, è stato fatto notare, il consolidamento dei Centri per l'impiego, la rete di Sportelli comunali del lavoro, l'erogazione dei servizi di orientamento e di incontro tra domanda e offerta di lavoro, la messa in campo di strumenti anche integrati di politiche attive per il lavoro, pongono oggi la Provincia sia come recettore fondamentale dei fabbisogni dei cittadini e delle imprese, sia come terminale di un insieme di servizi. Nel guardare al futuro si è scelto di seguire due criteri: da un lato rafforzare le esperienze già consolidate e positive, dall'altro misurarsi con le sfide lanciate dagli obiettivi di Lisbona 2010. Il nuovo percorso dunque si dà una serie di obiettivi: adattare i sistemi dì istruzione e formazione ai nuovi requisiti in termini di competenze, garantire il riconoscimento dei crediti e la trasparenza delle qualifiche, contribuire a migliorare e valorizzare le risorse umane, a favorire l'adattabilità dei lavoratori, a sostenere l'inclusione sociale dei più deboli. Un percorso che dovrà, inoltre, portare all'ulteriore rafforzamento delle politiche attive del lavoro, a sostegno dello sviluppo e della competitività delle imprese locali, ma con un chiaro obiettivo individuato nella qualità del lavoro intesa come legalità e sicurezza. Alla luce di tutto questo, il Programma 2007-2009, secondo quanto riferito da Granocchia, che fa perno sul dialogo sociale quale fondamentale strumento di coesione e di condivisione degli obiettivi, e approdato in Consiglio Provinciale dopo un intenso iter partecipativo, contiene i seguenti obiettivi strategici: il potenziamento e sviluppo dei Servizi per l'Impiego, il miglioramento e valorizzazione delle risorse umane, le politiche attive per l'incremento ed il miglioramento dell'occupazione, le politiche per l'adattabilità dei lavoratori e competitività delle imprese, l’inclusione sociale delle fasce deboli attraverso l'integrazione lavorativa e la formazione, Pari Opportunità e non discriminazione e Interculturalità, il sostegno alla qualità, sicurezza e legalità. Un programma di azioni ed interventi che a livello finanziario conta su diversi tipi di strumenti: il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione. Tradotto in termini economici, come detto, alla Provincia di Perugia sulla base di quanto stabilito da una delibera regionale, per il triennio in corso sono stati assegnati oltre 42 milioni di euro, così ripartiti: 9.428.844 per l’Asse “Adattabilità”, 15.633,173 per l’Occupabilità, 9.867.899 per l’Inclusione sociale, 7.897.336 per il Capitale umano. Sono invece ancora da definire con la Regione le risorse per l’Asse “Assistenza tecnica”. “In un’ottica di contrazione dei fondi europei – ha commentato il consigliere provinciale del Prc Guido De Prisco in sede di dibattito – è giusto che la Provincia ponga le basi oggi per una nuova organizzazione del lavoro. Ed è giusto investirvi capitale umano e l’apporto propositivo del Consiglio provinciale”. Condividi