Nel pomeriggio del 15 settembre, presso la sede territoriale della Cisl di Perugia si è tenuto l’incontro tra le segreterie regionali della Cisl e della Uil dell’Umbria per discutere i delicati temi riguardanti lo stato della produzione industriale e manifatturiera dell’Umbria. Nell’incontro, di fatto, è stato confermato l’impegno unitariamente preso dalle tre confederazioni sindacali anche in sede di assemblea di fabbrica.
L’incontro era stato concordato unitariamente a seguito del permanere e dell’aggravarsi della produzione e dell’occupazione nel settore manifatturiero industriale e doveva essere propedeutico a definire una Piattaforma dell’Industria che, attraverso un percorso di condivisione con i lavoratori e una grande manifestazione, tornasse a mettere al centro del dibattito politico-istituzionale la delicata questione, oltre a riaprire un confronto con le controparti imprenditoriali.
La situazione economico sociale, messa in evidenza dalla grave crisi finanziaria che ha sconvolto tutto il mondo con particolari ricadute negative per l’occidente, mette in evidenza, in una stretta logica di interconnessione, anche le questioni regionali e territoriali, che non possono più soltanto essere trattate a livello nazionale o europeo, ma richiedono una partecipazione attiva anche a livelli più bassi.
Le segreterie regionali di Cisl e Uil prendono atto dell’insufficienza con cui il Governo nazionale sta affrontando la questione industriale, che dovrebbe insieme ad alcune importanti riforme, essere l’azione centrale del Governo stesso. Purtroppo sia attraverso la mancanza del Ministro per lo sviluppo industriale e le questioni riguardanti i problemi della giustizia, il Governo continua a sottovalutare la partita economica e con essa il lavoro e la produzione.
La Cisl e la Uil regionali confermano la preoccupazione per l’andamento dell’economia umbra che subisce ormai da anni un’irreversibile slittamento verso il basso, riscontrabile in tutti i dati, ormai strutturali, riguardanti l’andamento dei parametri più significativi, quali: il Pil, la produttività, il reddito individuale e quello complessivo, la nascita di industrie individuali e la morte di quelle tradizionali, l’andamento preoccupante della cassa integrazione, in particolare di quella straordinaria, che in molti casi rappresenta l’anticamera del licenziamento, e di quella in deroga che dovrà essere ricontrattata. Come la mancata riconferma dei contratti a termine.
Confermano altresì la preoccupazione per la gestione sia nazionale che territoriale delle crisi aziendali storiche, riguardanti in particolare la grande impresa strutturata e nello specifico la produzione strategica per la regione di elettrodomestici, prodotti chimici e acciaio per le quali andrebbe prodotto uno sforzo e un’attenzione molto più forte di quanto si è finora messo in campo, a partire dalle forze e competenze esistenti sul territorio.
Le segreterie regionali confermano l’impegno a lavorare all’interno del nuovo patto- definito Alleanza per l’Umbria- riconfermando la bontà della concertazione come strumento e gli obbiettivi di sviluppo e coesione sociale, sottolineando che la priorità deve essere prima la coesione sociale, poi lo sviluppo.
Ritenendo la nuova alleanza per lo sviluppo un efficiente strumento per affrontare la difficile congiuntura economica, ridisegnare e aggiornare profondamente le strategie e le azioni che dovranno essere la base del nuovo sviluppo regionale, considerando questo strumento strategico per l’individuazione delle emergenze, per la definizione delle priorità, per il coinvolgimento degli attori con una nuova assunzione di protagonismo e di responsabilità, per il concentramento delle risorse, per la verifica puntuale del percorso e degli obbiettivi raggiunti.
Le scriventi OO SS ritengono, inoltre, inaccettabile lo stato delle relazioni industriali arrivato incomprensibilmente a livelli bassissimi e, a tal riguardo, si impegnano a ricercare un dialogo attraverso la riapertura della contrattazione decentrata di secondo livello aziendale e territoriale, prevedendo in breve tempo l’invio di una richiesta d’incontro a tutte le rappresentanze imprenditoriali ai diversi livelli.
La discussione si è conclusa riordinando nei seguenti punti gli obbiettivi e l’azione da perseguire per cercare attraverso una nuova stagione di concertazione e contrattazione di favorire la ripresa e lo sviluppo del settore industriale manifatturiero, che deve rimanere centrale nello sviluppo regionale e, con esso, dell’intera economia regionale.
Per superare la crisi:
modalità condivise affrontare e superare la crisi e le attuali situazioni di difficoltà, concordando per il futuro un sistema che consenta la prevenzione e la gestione delle crisi aziendali, settoriali ecc.. ;
iniziative e azioni per la salvaguardia della occupazione e delle professionalità messe in pericolo dalle conseguenze della crisi;
Per una maggiore efficienza ed efficacia della Pubblica Amministrazione, del sistema Creditizio e del sistema formativo:
procedere ad un esame congiunto del ruolo del credito sia nella situazione attuale, che per il rilancio e lo sviluppo delle attività produttive per il futuro;
questo può realizzarsi anche attraverso una riorganizzazione del tavolo regionale, previsto all’interno del patto per lo sviluppo dell’Umbria.
progetti per una maggiore efficacia ed efficienza della Pubblica Amministrazione;
interventi per il miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro;
azioni per la formazione e l’impiego dei giovani, più rispondente ai livelli di professionalità
necessari a sostenere l’intensità e la qualità della competizione globale;
Per progettare in modo condiviso una fase nuova di sviluppo:
progetti e investimenti per la ricerca e l’innovazione nelle imprese, lo sviluppo economico e sociale regionale, dei singoli territori e dei vari settori;
ricerca e condivisione di sistemi per la misurazione e il miglioramento della produttività,
a cui riferire incentivi per il lavoro a livello Aziendale e/o Territoriale;
individuazione di sistemi e incentivi per premiare le “Imprese Virtuose”;
condivisione e sostegno di queste azioni attraverso accordi con le OO.SS ;
realizzazione di preintese che consentano ad imprese, settori e territori, di sviluppare una contrattazione di secondo livello, aziendale e/o territoriale, che risponda anche alla necessità di sostenere i redditi da lavoro ed i consumi;
Le segreterie di Cisl e Uil si rammaricano e considerano grave l’assenza della Cgil che presumibilmente per motivi molto meno importanti della crisi occupazionale e dello stato dell’industria ha sentito la necessità di non partecipare a questo importante tavolo. In questo modo la Cgil ha fatto mancare la forza dell’unità sindacale ai bisogni impellenti di lavoratori fortemente provati dalla crisi, che trascendono per la loro importanza dalle appartenenze o dalle simpatie, per anteporvi questioni si presume di organizzazione. L’organizzazione e i dirigenti per quanto importanti non possono essere prevalenti agli interessi dei nostri rappresentati, alla missione affidata per rappresentanza alle organizzazioni.
Ragionare in termini di primato di organizzazione finisce con il confondere lo strumento: l’organizzazione con l’obbiettivo, l’interesse dei lavoratori.
NON SEVONO POLEMICHE MA CONFRONTO SINCERO NEL PLURALISMO E NEL RISPETTO RECIPROCO
LA CISL intende puntualizzare che se la mancanza della CGIL alla riunione di riguardante la Piattaforma dell’Industria fosse dovuta ad una polemica sollevata da alcune dichiarazioni apparse sui giornali, volutamente utilizzate per creare polemica e non piuttosto per favorire un dibattito, sarebbe una scelta inopportuna che si antepone gli interessi generali dei lavoratori. Questo, infatti, non può in nessun caso essere il pretesto per non partecipare a confronti politici, sindacali, istituzionali decisi da tempo, procurando in questo modo un danno ai lavoratori e ai nostri iscritti.
La Cisl, inoltre, intende portare a conoscenza dell’opinione pubblica alcune questioni che possono aiutare la riflessione. Il pluralismo di modelli sindacali e degli accordi separati hanno determinato pressioni verso i delegati della Cisl, come già avvenuto in passato in molti posti di lavoro, di diffamazione, di aggressioni verbali, e di accuse di tradimento e di servilismo. La Cisl viene fatta oggetto delle peggiori calunnie, come ad esempio: nel caso dell’arbitrato, di aver eliminato il ricorso al giudice e NON è VERO; per l’accordo di Pomigliano (un caso estremamente difficile e complesso, quanto originale) di aver derogato al diritto di sciopero e NON è VERO; con il nuovo modello contrattuale di aver peggiorato le condizioni economiche dei lavoratori , e NON è VERO anzi è vero il contrario.
Tutto questo, strumentalizzato ad arte, insieme alle accuse di “essere amici del Governo” e “servi di Marchionne”, delle vere e proprie CALUNNIE, stanno creando un clima che ha già prodotto in tutta Italia l’attenzionamento delle sedi CISL da parte delle forze dell’ordine, dopo lo sfregio e le minacce sopraggiunte in alcune di esse e l’aggressione del segretario nazionale a Torino, come le contestazioni scurrili avvenute alle feste di partito un po’ in tutta Italia questa estate verso dirigenti e rappresentanti della Cisl.
Tutto ciò ha dei responsabili: questo clima è voluto e favorito da qualcuno. Non nasce a caso, come peraltro il passato ricorda. Se tutto questo non viene ricondotto al confronto civile e democratico può determinare, come la storia, insegna danni irreparabili. Invitiamo chi deve e può favorire un clima diverso ad operare per ricomporre e distendere le relazioni e non per dividere ed esasperare. Se un termine da noi usato per definire un metodo ( menzogna, diffamazione, aggressione, pressione psicologica etc.. ) ha creato risentimento in qualcuno, questo, se vuole, trovi un termine più consono. La differenza comunque rimane nella sostanza.
Serve senso di responsabilità, lungimiranza e consapevolezza profonda della situazione attuale, che in ambito sindacale è ciò che alla fine determina la differenza tra un buon dirigente ed un semplice funzionario.
Ulderico Sbarra segretario regionale generale cisl umbria
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