PANICALE - Giovedì 9 settembre: spettacolo conclusivo del Festival “Musica Insieme Panicale 2010”, un'edizione quella di quest'anno, che ha visto una buona affluenza di pubblico attirato dalla varietà dell'offerta, pensata sia per estimatori che per meno esperti. In molti hanno apprezzato la scoperta di “Capolavori sconosciuti di Schumann”, un tributo al compositore tedesco a duecento anni dalla sua nascita con il pianista Gregorio Nardi. La sezione “giovani” - rappresentata dal gruppo di chitarristi inglesi “Berkshire youth guitar orchestra” - ha offerto al pubblico musiche di Verdi e Vivaldi. Spazio poi alla musica antica con il liutista Uwe Grosser (musicista e costruttore degli stessi strumenti)che, nella splendida atmosfera del Santuario di Mongiovino, ha proposto “L'epoca d'oro del liuto”. Anche il jazz ha trovato spazio in questo particolare percorso, con la musica intrigante del francese Claude Bolling. Un gradito ritorno, poi, quello del Teatro lirico di Marionette dell'Università di Heidelberg, che ha presentato quest'anno il dramma lirico con marionette “Califfo Cicogna”, per la gioia di adulti e bambini. La chiusura del festival, GIOVEDI' 9 SETTEMBRE ORE 21, è affidata allo spettacolo “El Deseo”, con La “Compañia Quiniela”, che presenta un VIAGGIO attraverso i vari stili del flamenco, dal più profondo al più festoso. Le diverse coreografie si alternano ai brani strumentali, evidenziando coloriture e peculiarità di ogni stile, trasportando il pubblico verso terre spagnole. La “Compañia Quiniela” nasce dall’incontro di musicisti stilisticamente diversi, alla ricerca di sonorità e sfumature melodiche e ritmiche diverse attraverso il linguaggio del flamenco. Il “baile” è parte integrante di questa medesima ricerca artistica, è la “expresiòn mas redonda del flamenco”. Le loro performances danno vita a musica, canto e danza, dove i colori, i ritmi e le sonorità andaluse si sposano con le influenze ed i generi musicali mediterranei. Il flamenco è il contenitore di un repertorio che tanto nella danza come nel canto e nel suono, prende in prestito vibrazioni che vanno dalla Spagna al mondo arabo, dal “cante jondo” flamenco a ritmiche attuali ed universali. La “Compaňia Quiniela” è così composta: Chitarra Carlo Soi, Chitarra Sergio Varcasia,Danza Francisca Berton Ocampo, Canto Rosarillo, Percussioni Paolo Monaldi, Flauto traverso Francesca Agostini Nota descrittiva Sotto il nome suggestivo di “flamenco” palpita il ballo più antico d’Europa, quello che costituisce non soltanto la più autentica fonte folcloristica spagnola, ma una delle voci popolari più universalmente studiate, ammirate e feconde. Sulle sue origini hanno lungamente indagato i più famosi esponenti dell’arte e della cultura iberica. Così, per gran parte di essi, il nome e lo stile deriverebbero dagli influssi fiamminghi (“flamencos” in spagnolo) subiti dalla penisola ai tempi di Carlo V; per altri il vocabolo è solo una corruzione dell’arabo “felaymengu” (cantore); per altri ancora si lega a “flamear” (fiammeggiare). Dal punto di vista strettamente “artistico”, il flamenco nasce anzitutto come canto, espressione di una sola voce senza accompagnamento di nessun strumento (“a palo seco”). La qualità della voce come strumento, la bellezza dei versi cantati e l’intensità dell’interpretazione valevano bene l’acclamazione, grazie anche al sostegno del duende, il “demone” del flamenco. La complessità culturale e la sua essenza legata a diverse culture rende il flamenco condiviso da molti popoli, appartenente a varie terre e a tanti volti. Ma ancora oggi è sinonimo di Spagna proprio per le ragioni della sua nascita. Il flamenco prende forma con il più generale risveglio della coscienza di un popolo, i gitani, che cantano il frutto di questo patrimonio raccolto intriso della disperazione di secoli di persecuzioni. Tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento si creano le premesse per la nascita del flamenco come danza, incontro tra la danza gitana ed il panorama Andaluso, tra danza popolare, escuela bolera, balletto francese, italiano, ballet espanol. Il flamenco trova con la danza la sua espressione piena: canto, musica, poesia e movimento. Condividi