"Alla luce delle ultime interviste rilasciate alla stampa locale dall'Assessore regionale al bilancio Franco Tomassoni, le scriventi OO.SS. guardano con estrema preoccupazione al futuro delle Comunità Montane". Inizia così una lettera che CGIL FP, CISL FP, UIL FPL hanno indirizzato allo stesso assessore, che così prosegue:
"Come indicato dall'Assessore nella sua intervista a La Nazione del 25 agosto 2010, nel programma elettorale dell'attuale Giunta regionale era sì prevista una nuova riforma endoregionale ma ancora una volta gli Enti montani saranno i primi a pagare, indipendentemente dalle importanti funzioni portate avanti dagli stessi sin dalla loro costituzione. Non ritengono inoltre accettabile che si punti sul risparmio sempre nel sociale, colpendo in particolare l'edilizia popolare e i trasporti ovvero le fasce di reddito più povere.
Dalle ultime esternazioni pubbliche appare che per l'Assessore Tomassoni le Comunità Montane non svolgono alcun ruolo positivo e propositivo per il territorio su cui operano, contro ogni inconfutabile evidenza storica e amministrativa. Nel corso di questi quasi quaranta anni di vita istituzionale gli Enti montani hanno svolto attività rapportate alle esigenze del territorio, affrontando con competenza e professionalità le emergenze che di volta in volta si configuravano, intervenendo anche nel campo della prevenzione e aiutando concretamente la crescita economica e sociale dei luoghi in cui hanno operato.
Questo processo è stato accompagnato da un continuo aggiornamento tecnologico e professionale che ha messo gli Enti montani in grado anche di collaborare con i Comuni e con le altre Istituzioni per la crescita complessiva delle Amministrazioni locali.
In riferimento anche alla recente riforma endoregionale che ha coinvolto in primo luogo questi Enti, le Comunità Montane continuano ad operare con impegno e costanza in campo ambientale, per la prevenzione e la difesa del suolo dal dissesto idrogeologico, per migliorare le infrastrutture nei territori montani e non solo, per assicurare servizi ai cittadini: un lavoro pregnante ed efficace condotto in sinergia con i Comuni e le altre Amministrazioni locali, per creare valore aggiunto al territorio.
In tale contesto appare quanto meno poco lungimirante disperdere gran parte delle professionalità e delle competenze presenti negli Enti montani in non ben definite strutture pubbliche. Altresì le scriventi OO.SS. rilevano che prima di diffondere certi messaggi via stampa sarebbe stato auspicabile concedere l'incontro richiesto da tempo e avviare il confronto democratico tra le parti.
A quanto sopra si aggiunge che recentemente la Regione Umbria, sottovalutando i compiti svolti giornalmente dalle Comunità Montane, ha assegnato loro il rilevamento per il Censimento ISTAT dell'Agricoltura 2010 che rischia di paralizzare per circa 3 mesi l'attività quotidiana di queste Amministrazioni. Le scriventi OO.SS. evidenziano che questo tipo di atteggiamento da parte dell'Organo regionale è offensivo anche per quanto concerne l'impegno che gli Enti montani da sempre hanno profuso sul territorio.
È evidente che i lavoratori degli Enti montani, pur garantendo la propria disponibilità a svolgere tali funzioni, esclusivamente in orario di lavoro, chiedono certezze sul futuro delle Comunità Montane e non accettano il Censimento come ossigeno per assicurare tre mesi di vita in più, senza la certezza che può derivare solo da un progetto organico di riforma che tenga conto delle esigenze del territorio il quale si troverebbe depauperato di risorse e professionalità".
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