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Rifondazione Comunista di Terni ritiene necessario che si faccia chiarezza in merito alle disponibilità di spesa nel settore socio-assistenziale, dove da tempo si è persa la capacità, da parte dell’amministrazione cittadina, di analizzare in modo professionale il sistema delle prestazioni assistenziali finora vigente. Benché gravosi e socialmente iniqui, i tagli previsti dalla finanziaria per gli enti locali non devono trasformarsi nell’alibi per operazioni di cassa che poco hanno a che fare con il diritto alla cura da parte dei cittadini; va infatti scongiurato l’instaurarsi di contesti emergenziali, che rischierebbero di determinare riduzioni di spesa prive di razionalità e del tutto a carico dell’utenza, senza che i veri sprechi vengano colpiti. In tal senso riteniamo metodologicamente errato stabilire dal principio gli obiettivi di rientro della spesa in termini di ore di servizio da tagliare; lo sforamento del budget impone operazioni di riordino e di razionalizzazione, ma queste non devono ripercuotersi né sugli assistiti, né sugli operatori del settore. Siamo altresì disponibili ad attuare un’attenta revisione del vecchio bando per la delega dei servizi assistenziali alle cooperative, la cui insostenibilità è a nostro avviso di tipo metodologico prima ancora che finanziario. Riteniamo ad esempio che vada valutata la possibilità di passare ad un modello di assegnazione svolgimento delle prestazioni di tipo misto, dove alla garanzia della gratuità, della qualità e della quantità delle prestazioni per i soggetti socialmente più deboli si accompagni l’introduzione di un sistema di pagamento delle prestazioni stesse per le fasce più alte della popolazione, individuabili tramite le verifiche degli indici Isee operate in quest’ultimo periodo dall’azienda sanitaria. Rifondazione Comunista di Terni ribadisce quindi il proprio impegno a trovare una soluzione socialmente equa alle difficoltà e alle incertezze emerse in questi giorni, che possono e devono essere affrontate collegialmente. Per questo è necessario sgomberare il campo dai rischi paventati fra gli operatori del settore e gli assistiti. In primo luogo va preso l’impegno, chiaro ed inequivocabile, di garantire a tutti gli operatori il mantenimento del proprio posto di lavoro e della continuità del reddito; l’assunzione di questo principio di responsabilità verso i lavoratori deve accomunare tanto le dirigenze dell’ASL4 quanto quelle delle cooperative, le cui scelte in materia di gestione del personale non possono certo esser tralasciate nella discussione del nuovo sistema assistenziale. In secondo luogo si deve ampliare ed approfondire l’opera di monitoraggio, intervenendo non solo sull’assistenza socio-sanitaria affidata alle cooperative, ma su tutti i servizi esternalizzati e soprattutto sulle forniture esterne, dove spesso manca chiarezza riguardo al rapporto fra prezzi e prestazioni. Siamo convinti infatti che in vari ambiti gestionali si determini una dispersione di risorse meno visibile ma non per questo meno grave, su cui si ha adesso la possibilità di ripristinare un livello adeguato di efficienza e di integrità. Condividi